E' stato un cammino nonostante tutto esaltante quello dell'Italia di Antonio Conte. Nessuno avrebbe scommesso sugli azzurri quest'anno, e fin dalla diramazione della lista dei convocati sono piovute critiche e scetticismo sui quattro volte campioni del mondo.
Ieri sera, gli azzurri hanno, ancora una volta, giocato con dinamismo e grinta, cercando di sopperire alla scarsa qualità tecnica in campo con il cuore, tratto comune delle squadre guidate dal CT Antonio Conte, ancora una volta capace di trasmettere, con il suo carisma, la voglia di non cedere nemmeno un centimetro all'avversario.
Come già successo nelle precedenti partite, il primo tempo della nostra nazionale è sicuramente sopra le aspettative, gli azzurri tengono "botta" alla corazzata tedesca. La difesa compatta e arcigna come sempre, con un mostro sacro tra i pali, è senza dubbio il reparto migliore. L'Italia perde qualcosa a centrocampo con l'assenza di De Rossi, ma Sturaro lo sostituisce degnamente con una partita di quantità e sacrificio. Ci si aspettava qualcosa in più dall'attacco, ma Eder e Pellè hanno vissuto questo europeo a lampi, con guizzi, che in un caso o in un altro, hanno risolto o chiuso le partite quasi allo scadere (vedi gol di Eder contro la Svezia, vedi gol di Pellè contro la Spagna).Nel secondo tempo, la nazionale va incontro al solito calo, quasi fisiologico, concedendo campo alla Germania che schiaccia gli azzurri nella propria metà campo.
Fioccano le occasioni, Buffon tiene vivo il risultato, ma il gol tedesco arriva dai piedi di Ozil, dopo una bella azione manovrata nel quale la difesa italiana viene bucata. Il gol sembra scuotere gli italiani, e con un Conte infuriato, che rialzano la china guadagnando metri e campo. Dopo un altro miracolo di Buffon che trova il guizzo, lo scatto, per alzare in angolo un gol che sembrava già fatto (tacco di Gomez), l'Italia trova il pareggio.
Quando le qualità tecniche non sono eccellenti, in campo bisogna sfruttare ogni occasione e ogni calcio da fermo. Ed è proprio da una palla inattiva che si concretizza il calcio di rigore per gli azzurri, dopo un vistosissimo fallo di mano di Boateng. Dal dischetto si presenta Bonucci, Neuer indovina l'angolo, ma lo juventino calcia come un attaccante, basso ed angolato.
L'Italia si riporta in parità. Pur alzando il baricentro, pur provandoci, si arriva ai tempi supplementari.
Conte buttanella mischia Insigne, forse avrebbe potuto farlo con anticipo, ma ci sono certi equilibri che vanno mantenuti probabilmente, e il cambio arriva solo nell'extra time. Il furetto napoletano, unico uomo "fresco" in quel momento ci prova, ma è giustamente poco supportato dai compagni, stanchi e affaticati. Prova ad innescare il suo solito destro a giro che viene murato, e poco dopo prova la serpentina, peccato che si allunga troppo il pallone. Anche i tedeschi sono in affanno, e si arriva così ai calci di rigore.
Ci sono voluti ben 18 calci di rigore per decretare la vincitrice di questa sfida, fioccano gli errori da ambo le parti, ma alla fine è la Germania a spuntarla.
Per l'Italia sbagliano Zaza che spedisce alto (entrato nel recupero del secondo tempo supplementare proprio per essere tra i rigoristi), sbaglia Bonucci che aveva realizzato proprio su rigore il pareggio. Sbaglia Pellè che mima, forse con un pizzico di presunzione, il gesto del cucchiaio al portiere più forte del mondo. L'errore decisivo è quello di Darmian. Sbagliano anche i tedeschi con Muller, Ozil eSchweinsteiger, ma è la Germania ad approdare in semifinale.
Saluta così l'europeo 2016 l'Italia di Antonio Conte, che non ha mai brillato per gioco e tecnica, ma che ha sopperito a queste lacune con il cuore, con la grinta e il sacrificio. Sarà senz'altro un punto di partenza e di preparazione in vista dei mondiali del 2018.