E' Dacca, capitale del Bangladesh, la pedina di questo ennesimo gioco del terrore: alle ore 21 locali fuoco e bombe al grido "Allahu Akbar", almeno nove uomini armati hanno fatto irruzione all'interno di un noto locale della zona, il ristorante-bar Holey Artisan Baker, sparando contro i presenti. Sono state 20 le vittime tra cui 10 italiani. L'attacco è rivendicato dall'Isis, a pochi giorni dall'attentato nell'areoporto di Istanbul, Ataturk. La folle idea estremista continua a trascinarsi dietro una scia di sangue dolorosa ed incontrollabile.

L'Isis, attraverso l'agenzia Amaq, ha promesso nuovi attacchi per la festa dell'indipendenza degli USA il 4 luglio, una promessa fatta per alimentare il terrore.

Conosciamo benissimo le armi reali dell'Isis, oltre i kalashnikov e le bombe c'è ben di più, il bisogno è quello di raggiungere la la manipolazione delle coscienze, solo attraverso la paura di può avere il controllo di qualcuno, ed è esattamente questo a cui mirano: dominio. Ed è vero, perchè insieme agli attentati e alle stragi, c'è un'altra guerra, probabilmente ancor più spietata: la propaganda. Per paura o per speranza, per tormento o per quiete, per distruggere o costruire. Le strade per realizzare una propaganda potremo definirle quasi infinite, le forme che assumono sono molteplici e chi si prende il compito di realizzarle sa che effetto possono avere e su come possano essere decisive per l'esito di alcune battaglie.

Non a caso ciò su cui fa leva l'Isis è proprio la divulgazione, hanno la capacità di ingigantire le loro forze a mo' delle ombre cinesi che ci incantavano da piccoli. Questa battaglia propagandista è molto più di quel che sembra: vengono assunti cameramen esperti e gli effetti sono quasi allo stesso livello delle produzioni hollywoodiane.

E' quindi un quadro di orrore ed incredulità quello che si presenta, la guerra asimmetrica avanza, ma è anche una guerra codarda: uomini armati sparano contro persone vulnerabili, senza alcuna arma di difesa. La paura in questi giorni è un fiume in piena che coglie chiunque, l'intero mondo è soggetto a sollecitazioni, che lo si voglia o meno, le notizie circolano e non possiamo più chiudere gli occhi di fronte alla crudeltà, sebbene sembri la cosa più comoda e semplice.

L'isis è un'ombra che si ingigantisce ogni qualvolta che la si ignora per paura, quest'ombra ha le mani imbrattate di sangue innocente, odia la libertà di espressione e qualsiasi forma di auto determinazione, tutto quello che fa di noi uomini. Adesso tocca al popolo del nuovo secolo reagire, le divisioni non conducono da nessuna parte, lo abbiamo afferrato, ma eventi di questo genere ci faranno ancora venir voglia di fidarci del prossimo? Le xenofobia bussa alla porta di ognuno di noi, non possiamo negarlo, dobbiamo decidere se aprire o meno, in ogni caso le ferite che il mondo moderno sta subendo non verranno medicate da quattro parole di cordoglio, non bastano più, il sangue è troppo e noi siamo stanchi di giocare.