Di Bello Figo e dell'effetto virale che l’ha portato alla ribalta nazionale se ne stanno occupando tutti i media nazionali di massa.

Gli ultimi a catapultarsi su di lui sono stati quelli di "Striscia la notizia", con l'inviata che in maniera canzonatoria lo di definisce un “ragazzetto strafottente con i suoi pezzi trash”.

L’inviata di Striscia, nello stile del programma, si pone come se stesse rivelando grandi verità a noi sconosciute su quale sia la vera essenza del prodotto Bello Figo.

In realtà non disvela nulla, se non la capacità dei format dei mezzi di comunicazione di massa, di interpretare tutto quello spirito critico e caustico che alimenta fenomeni virali di condivisione via web.

Bello Figo, il rapper Ghanese swag di stanza a Parma, con candore afferma di essere consapevole di come il suo pezzo sull’immigrazione abbia scosso sia gli Italiani che gli immigrati extracomunitari residenti in Italia.

Perché questo avviene?

Perché il suo prodotto s’inserisce in maniera lineare nelle paure e nelle fobie che i media di massa alimentano quotidianamente.

Il lavoro di Bello Figo è una presa d’atto, come Picasso “non cerca, trova”.

Sempre con grande candore, e sapendo d’avere un patto con la sua utenza fatta più di fan che di hater non ha nessun problema ad ammettere fronte telecamera:

“Io non sono un profugo, scherzo fin quando mi è consentito e fin quando non sarà vietato in Italia.

Io sono arrivato in Italia in aereo con documenti regolari, il mio lavoro in Italia è essere uno youtuber, vivo di visualizzazione e di chi mi segue.

I follower mi danno lavoro, non ho neanche bisogno di dividere le spese con i miei fratelli Africani, lavorano regolarmente in Italia e sono tutti immigrati”.

Insomma un troll, un fake, chiamatelo come volete, ma è il primo extracomunitario in Italia che vive della sua arte, forse è questo ciò che realmente disturba, distante anni luce dal cliché dei “Vù cumprà”, affonda la sua popolarità nell’idiozia del sistema mediatico di massa che nella foga del vendere subito la notizia, incapace di evadere dal suo format e di leggersi criticamente, prende sul serio un suo prodotto.