Attesa come prodotto che incuriosisce ha esordito qualche minuto fa la nuova serie "I bastardi di Pizzofalcone" la miniserie di 6 puntate che il regista Carlo Carlei ha realizzato basandosi sui giallo dell'autore partenopeo Maurizio De Giovanni. Protagonista l'ispettore Giuseppe Lojacono un napoletano con l'accento romano detto il cinese interpretato con un registro magistrale e sottotraccia da Alessandro Gassman, poliziotto sospettato di essere stato un megafono della mafia.
Il poliziotto finisce nel commissario di Pizzofalcone dove il commissario Palma - nel libro un personaggio diverso da quello che viene adattato al bravo Massimiliano Gallo - è al comando di un manipolo di scarti: Romano (Gennaro Silvestro) che è un violento, Aragona (Antonio Folletto) un imboscato narcisista, la Di Nardo (Simona Tabasco) figlia d'arte con tendenze omosessuali, Pisaniello (il grande Felice Imparato) che vive un'ossessione investigativa. Poi Ottavia (Tosca D'Acquino) computer vivente del commissariato che è l'unica superstite con Paolo Pisaniello dei reprobi precedenti di Pizzofalcone colpevoli di avere rivenduto droga alla camorra.
Una squadra a tempo che avrebbe dovuto occuparsi solo di ordinaria amministrazione ma che risolvendo il caso dell'uccisione della moglie Cecilia del notaio Fusco finisce per ritrovare dignità e campo d'azione. Lojacono ha una ex moglie in Sicilia, Sonia ed un ragazza di 14 anni Marinella che è distante. Frequenta una ristoratrice ma è attirato dalla Pm sarda Piras interpretata dalla bellezza selvaggia di Carolina Crescentini. Un buon prodotto reso appetibile dalla qualità degli attori che bene indirizzano il testo preciso di De Giovanni. Sembra un po' "La squadra" ma Gassman è veramente credibile nei panni di Lojacono forse la migliore sua prova generalista. Il confronto con "Schiavone" però è vinto a braccia alzate dalla serie di Manzini: più caratterizzata perché con alla base più scrittura e migliore realizzazione nelle immagini di un'Aosta che non t'aspetti.