Il nostro sistema sanitario e assistenziale è considerato fra i migliori al mondo; ma tra tagli alla spesa pubblica, frodi da parte di dipendenti pubblici che timbrano il cartellino e poi invece di lavorare curano i propri affari privati, ha subito un drastico ridimensionamento.
Ecco perché, se quanto è nelle intenzioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dovesse realizzarsi, cioè abolire i ticket sanitari,sarebbe certamente da salutare con favore, sperando, però, nello stesso tempo, che non si traduca nell'ennesimo taglio dei servizi a un Sistema Sanitario già al limite, sopratutto in alcune realtà del Centro e Sud Italia.
L'idea del Ministro Lorenzin, come riporta l'edizione online del Corriere della Sera, sarebbe quella di richiedere un contributo per il Sistema Sanitario Nazionale proporzionato al proprio reddito, e quindi far pagare di più i ricchi per garantire l'assistenza sanitaria ai più poveri.
Secondo quanto riferisce lo stesso ministro il valore totale dei ticket sanitari ammonterebbe a circa 3 miliardi su una spesa totale di 113 miliardi del Fondo sanitario nazionale, quindi citando le sue parole "c'è il margine per eliminare la tassa sulla salute". Da quanto si è potuto appurare la compartecipazione alla spesa sarà calcolata oltre che in base al reddito, e quindi all'occupazione, anche in base ai componenti della famiglia, come criterio alternativo.
Possibile un riequilibrio della spesa senza ulteriori tagli?
Tra le ipotesi allo studio c'è anche, in ottica di spending review un recupero degli sprechi o anche una sorta di vincolo delle risorse, risparmiate, verso anziani, invalidi o famiglie numerose.
Il ministro Beatrice Lorenzin dovrebbe incontrare le Regioni domani per poter dare il via a questa riforma. Nelle intenzioni sembra avere tutte le caratteristiche per rafforzare le tutele per le fasce deboli della popolazione, cioè circa 12 milioni di persone secondo gli ultimi dati disponibili.
Speriamo che l'impianto rimanga quello pensato dal ministro, e che, nelle more della discussione o dell'iter, non vengano introdotti tagli impropri, poiché il nostro sistema sanitario è famoso anche perché al suo interno vi sono centri di eccellenza, nell'ambito della ricerca, che hanno raggiunto e raggiungono risultati straordinari nonostante i fondi sempre più scarsi.
Si veda ad esempio l'ultima scoperta fatta proprio da un gruppo di studio italiano sull'origine dell'Alzheimer nell'area che regola l'umore.
Confidiamo, sinceramente, che venga trovato il giusto equilibrio tra le esigenze sociali e quelle della ricerca e del progresso scientifico.