L'auto-pubblicazione è un grande traguardo per l'editoria, poiché permette una libertà di espressione, da parte degli autori, unica nel suo genere. Una libertà tale che appaga chi scrive...ma soprattutto chi legge.
Oggi abbiamo l'opportunità di ascoltare l'esperienza di Rebecca Quasi, scrittrice del romanzo "Dimmi di noi", di cui potete leggere la recensione.
Come mai ha deciso di affidarsi all'auto-pubblicazione offerta da Amazon?
Ho pubblicato i miei libri tramite Streetlib che è una piattaforma di distribuzione che raggiunge tutti gli store mondiali.
I miei libri sono scaricabili, grazie a Streetlib, oltre che da Amazon, anche da Kobo, Apple, Google play... il che ha reso possibile una diffusione ampissima. Nonostante l'italiano non sia una lingua internazionale, “Dimmi di noi” è stato scaricato dalla Germania, Regno Unito, Francia, Turchia, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Messico...
Ho scelto l'auto-pubblicazione innanzitutto per i costi bassissimi e per l'autonomia che ne deriva.
“Dimmi di noi” l'avevo inviato anche ad un editore, ma non mi hanno mai risposto.
Quanto tempo ha impiegato a scrivere il romanzo? Ha gestito tutto da sola o si è affidata a qualcuno per editing?
“Dimmi di noi” l'ho scritto una decina d'anni fa, a pezzi e bocconi perché all'epoca avevo figli piccoli e poco tempo da dedicare alla scrittura.
Non saprei dire quanto tempo effettivo sia durata la stesura. Quando ho deciso di auto-pubblicarlo l'ho revisionato, aggiustato, limato...questo lavoro mi ha preso un mese, circa.
Essendo la mia un'irruzione vera e propria nel mondo della scrittura, uno sparo nel buio, ho scelto di gestire tutto da sola, sempre per il contenimento dei costi.
In futuro mi piacerebbe seguire un iter più ortodosso.
Il libro è scaricabile sullo store di Amazon gratuitamente. Perchè ha scelto di offrire ai lettori la possibilità di leggere il romanzo senza alcun costo?
Prima di pubblicare il libro non ero proprio sicura che il mio romanzo fosse di qualche interesse. Inoltre, non avendo mai pubblicato niente, ho pensato che il proporlo gratuitamente fosse un incentivo per i potenziali lettori.
La storia affronta diversi argomenti caldi della modernità, a partire dall'inseminazione artificiale eterologa richiesta da una donna single. Cosa l'ha spinta ad approfondire una simile tematica?
La genetica mi ha sempre affascinato moltissimo. All'università diedi un esame di bioetica in cui studiammo tutti i sistemi d'inseminazione artificiale messi a punto fino a quel momento e le relative implicazioni etiche e morali...eravamo a metà degli anni '90. Ogni essere umano è l'esito di una sorta di “roulette biologica”, questo vale per chiunque, in qualunque modo venga concepito; nei casi di fecondazione eterologa questo “azzardo” è esasperato perché chi crescerà il bambino e chi gli ha fornito i geni, non coincidono.
Non ritengo di aver approfondito la tematica nel mio libro, è un tema talmente vasto che non credo possa essere scandagliato in un romanzo, diciamo che la mia storia muove da una situazione di questo tipo, senza dare giudizi, né indicazioni.
Dopo “Dimmi di noi” ha pubblicato con successo “Didattica del sesso per gufi e zanzare” e “Corso base per analfabeti sentimentali”: l'amore tra due personalità molto difficili sembra essere il filo conduttore dei suoi romanzi. Ce ne vuole parlare?
...con successo è un complimento ancora immeritato. “Didattica del sesso per gufi e zanzare” e “Corso base per analfabeti sentimentali” sono due storie d'amore. “Didattica del sesso per gufi e zanzare”, narra dell'amicizia di due persone che si conoscono in un momento molto difficile della loro vita (assistendo cioè i rispettivi coniugi durante una malattia terminale), diventano amici, si aiutano a superare il lutto e infine si innamorano...
con tutta una serie di pudori, insicurezze e cautele dovuti al problema di fondere insieme due famiglie con una loro storia alle spalle.
In “Corso base per analfabeti sentimentali” la protagonista è una ragazza asociale e poco incline a ogni genere di rapporto affettivo corrisposto, si affeziona infatti alla donna affetta da Alzheimer di cui si occupa, proprio perché non è in grado di ricambiarla in nessun modo. Saranno la tenacia e la pazienza di un uomo e di un bambino a vincere la sua resistenza.
Nei suoi libri emergono diversi riferimenti all'integralismo religioso attraverso il confronto tra una donna ebrea e un uomo cattolico. Le sta particolarmente a cuore la questione?
In “Dimmi di noi” lui è cattolico e lei ebrea.
Non parlerei di integralismo, ma semplicemente di appartenenza attiva a queste due fedi. Io sono cattolica, laureata in teologia e in gioventù ho studiato la lingua e la cultura ebraica... la lingua con scarsi risultati, purtroppo.
La religione ebraica, da cui discende il Cristianesimo, suscita in me da sempre profondo interesse e passione, così come amo moltissimo la letteratura ebraica (Potok, Singer, Yehoshua...).
Che consigli si sentirebbe di dare a chi desidera pubblicare un nuovo romanzo?
Non mi sento abbastanza autorevole per dare consigli. Posso dire che il percorso che sto facendo da autodidatta mi riempie di stupore. Scrivo per passione, non per lavoro e questo credo faccia un'enorme differenza rispetto a chi desidera farne il proprio lavoro.
Attualmente il self-publishing permette a chiunque di osare, cosa che fino a qualche anno fa era preclusa. In merito alla mia esperienza, mi sento di dire che le soddisfazioni maggiori arrivano inaspettate... come questa Intervista, per esempio.
Che progetti ha per il futuro?
Sicuramente continuare a leggere e continuare a scrivere. Sto ultimando un romanzo il cui titolo provvisorio è “Re Artù, Ginevra, Coso e la sgualdrina”... è la storia di un divorzio che fallisce.
Non ci resta che attendere le nuove proposte dell'autrice e dilettarci, nel frattempo, nella lettura dei romanzi già pubblicati. Un grazie speciale a Rebecca Quasi...che ha aperto una finestra sul suo mondo anche a noi.