Non ricordiamo grandi momenti, negli ultimi anni, in cui la Rai si sia adeguatamente comportata, prima di tutto, come televisione di servizio pubblico. Sommergendo troppo spesso il telespettatore di vuoto, urla, voci sovrapposte, talvolta isteria, la Rai ha spinto con discreta insistenza i suoi utenti a chiedersi: "Ma perché pago il canone?". Ecco, ieri sera, durante la puntata di "che tempo che fa", ha offerto al suo pubblico un valido promemoria per le prossime tassazioni del canone.

La bellissima introduzione

Prima con lo splendido collegamento con Andrea Camilleri che ci ha deliziato con l'arguzia, l'onestà intellettuale e morale che lo contraddistinguono, sino al momento in cui Fazio, ponendogli la domanda "cosa direbbe ai genitori di Giulio Regeni?", gli ha consentito di introdurre, con la sua grande umanità e saggezza, in questo modo gli splendidi genitori: " Io non ho parole. Non credo ci possano essere parole per un fatto così tremendo. Io voglio solo avere l'onore di abbracciare i signori Regeni idealmente. Poca cosa, non credo riuscirà a scalfire il gelo, il grande freddo nel quale si trovano a vivere.

Ma sono convinto che con me, in questo momento, vi stanno abbracciando milioni di italiani, che condividono il vostro dolore".

L'intervista

Da sottolineare la bravura di fabio fazio nella conduzione. Nel poco tempo a disposizione è riuscito a confezionare un pezzo giornalistico di raro equilibrio, descrivendo con accuratezza ed in modo esatto gli antefatti, chi era Giulio, quali erano i suoi ideali e per quale motivo si trovasse al Cairo. Ha poi escluso categoricamente dalla serata ogni tesi di complotto, focalizzando il tempo a disposizione sull'umanità della vittima, la ferocia degli aguzzini, il dramma dei genitori. La violenza del dolore ha rapidamente invaso lo studio, imponendo anche al pubblico una compostezza fuori dal comune.

Chi può aiutare

Lo spessore, anche politico, della vicenda è ritornato prepotentemente alla ribalta. Giustamente Paola Deffendi ricordava che la vicenda di cui è stato incolpevolmente protagonista suo figlio, se non risolta, potrà diventare un pericoloso tarlo di paura per tutti i giovani europei che vogliano completare i loro studi all'estero. Il governo, forse troppo frettolosamente, ha mandato il 14 settembre scorso il nuovo ambasciatore al Cairo. Massari non era ancora atterrato che molti media egiziani, chi velatamente chi in modo più netto e marcato, davano già "Il caso Regeni" come concluso. La "scorta mediatica", hashtag coniato per mantenere vivo il ricordo di Giulio Regeni e sposato subito da Amnesty e dalla Federazione Nazionale Giornalisti, non è un compito esclusivo riservato ai media.

Ognuno di noi, anche nel suo piccolo, può contribuire a non far affievolire la fiamma ed a proseguire la ricerca della 'vera verità' sull'accaduto.

Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori di Giulio Regeni: quali parole dir loro che non abbia saputo trovare Andrea Camilleri? Solo un abbraccio.