in un momento tanto delicato per il mondo del lavoro come quello che stiamo attraversando, non si sentiva proprio il bisogno di un annuncio di lavoro come quello pubblicato dalla catena di fast food burgez di Milano. Il marchio ha, infatti, reso noto di cercare una cassiera. E fin qui nulla di strano, se non fosse per i termini espressi nell'annuncio.

Cercasi lavoratrice, ma non italiana

Leggendo l'annuncio di lavoro in questione, sembra quasi di trovarsi di fronte a quei cartelli che vietavano l'affitto ai meridionali. Ma cosa c'era scritto di tanto scandaloso? Eccolo qui, direttamente dalla pagina Facebook di Burgez.

In pratica la catena cerca una cassiera per lo store di via Savona a Milano, ma preferibilmente non italiana. Perché, secondo loro, le italiane sarebbero troppo distratte da altre cose. Hanno il moroso che le impegna il sabato, la palestra che le distrae il mercoledì, poi c'è la domenica con la stanchezza che si porta dietro. Insomma, la donna italiana non ne esce bene.

Naturalmente i commenti sotto questo post si sono scatenati, e l'annuncio è stato ripreso, con tanto di intervista al fondatore di Burgez, dai principali quotidiani, tra cui 'Repubblica', 'Huffington Post', 'Rolling Stone'. E proprio qui sorge spontaneo il dubbio. Che si tratti di una confezionata campagna pubblicitaria.

Marketing o specchio dei tempi?

Il dubbio è proprio questo: l'annuncio è stato scritto da qualcuno che lo ha ideato in funzione dei social media. Questo vuol dire che si è voluto, probabilmente, creare volutamente un caso, e così infatti è successo. Tutti ne parlano, anche noi. Cerchiamo allora di farlo in maniera diversa. E se non fosse solo marketing? Se dietro a questo annuncio poco originale e provocatorio ci fosse invece la misura di quello che viene considerato oggi un lavoro?

Cioè totale, che non lascia spazio all'individualità, al tempo personale, alla qualità della vita, con pochi posti a disposizione e una lotta tra poveri a contendersi quel posto. In fondo si parla di un impiego di cassiera in un fast food. Con tutto il rispetto, non è un posto tanto ambito. Forse per questo andava reso appetibile, nello stesso modo in cui si rende appetibile qualunque cosa al giorno d'oggi. Rendendolo social. Immaginiamo che la nuova commessa finirà sui giornali per i suoi 5 minuti di celebrità. Se ne parlerà per un po', e come diceva qualcuno, l'importante è che se ne parli. Così Burgez si sarà fatto una pubblicità pazzesca con questa trovata di cattivo gusto. Perché, almeno per quanto riguarda la sottoscritta, chi l'aveva mai sentito nominare? Avanti donne, è arrivato l'arrotino.

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