Col nuovo governo Lega-5 Stelle e un premier mero ‘esecutore’ del contratto chiuso in queste ore verrà vagliata una sorta di ‘democrazia alla Boncompagni’? Tutti ricordano il celeberrimo autore del programma cult ‘Non è la Rai’. Leggenda infatti vuole (ma lui stesso l’ha confermata in un’intervista rilasciata qualche mese prima della prematura scomparsa) che Boncompagni etero-dirigesse Ambra Angiolini, l'allora giovanissima conduttrice, attraverso l’uso di quell’apparecchietto che nel gergo tecnico televisivo si chiama ‘teller’: lei sul palco a coordinare le tantissime ragazzine in cerca di celebrità e lui, da dietro le quinte, a suggerire passo dopo passo cosa dire e cosa fare durante la diretta.

Ebbene, sarà così anche per il nuovo premier-esecutore del contratto che Carroccio e pentastellati stanno per individuare alla guida del paese? Di seguito i punti di questo ragionamento-provocazione.

Il Comitato di Conciliazione e il Presidente del Consiglio garante del contratto di governo

Tralasciando per un attimo i temi, una delle novità più rilevanti del contratto stipulato tra Lega e 5 Stelle è il cosiddetto ‘Comitato di Conciliazione’: un organo esterno che sarà tirato in ballo ogni qualvolta nasceranno delle divergenze tra le due forze politiche. Il testo ne indica con chiarezza i componenti: i due capi politici di M5S e Carroccio, i rispettivi capigruppo di Camera e Senato, i ministri competenti della materia in discussione e, ovviamente, il Presidente del Governo.

Che, al di là di chi ricoprirà il gravoso incarico, è stato più volte definito da entrambe le parti in causa come mero garante del contratto. Un modo per togliere peso alla figura da scegliere: chi va va, sarà solo lì a controllare che la carta controfirmata dai leader venga rispettata.

Insomma, di fronte a decisioni sensibili per le quali non ci dovesse essere una chiara linea di sintesi tra Lega e 5 Stelle, l’organo dovrà ‘deliberare’ il da farsi. Quindi con un controllo molto stretto sulla facoltà di decisione dello stesso Capo del Governo, a cui però la Costituzione assegna un ruolo e un perimetro ben preciso entro il quale muoversi.

Un premier notaio eterodiretto attraverso auricolare?

Da qui, una domanda legittima: assisteremo dunque a un Presidente del Governo ostaggio di eventuali veti incrociati da parte dei due partiti?

Chissà. Azzardiamo uno scenario fantasioso, che però descrive al meglio la situazione, prendendo esempio proprio dal fortunato programma creato da Boncompagni (e qui torniamo alla tesi inziale).

Siamo a Bruxelles. Si deve decidere che fare sulla questione migranti. Parola al premier italiano: non è che vedremo allora quest’ultimo indossare un auricolare, con dall’altra parte collegato un suggeritore ‘eletto’ da Di Maio e Salvini per dettare al Presidente del Consiglio cosa dire ai colleghi europei e in quali termini?

Sarà, appunto, l’inizio di una ‘democrazia alla Boncompagni’? Quella di un premier eterodiretto e senza alcuna spina dorsale decisionale? Un semplice e mero notaio messo lì solo a far rispettare il tanto agognato contratto di Governo?

Se così fosse, i due leader farebbero meglio a individuare chi ha già avuto esperienza in questo campo. Quotiamo, dunque, Ambra Angiolini come primo Capo del Consiglio dei Ministri donna. Con buona pace di tutti i detrattori, in primis di Non è la Rai, e 'in secundis' della maglia sfoggiata al concertone del Primo Maggio, che tanto ha fatto adirare il pubblico social.