Il nuovo esecutivo PD, nominato da Martina, non ha trovato consenso unanime nel partito. Emiliano, Governatore della Puglia, non ha accettato la designazione di Francesco Boccia in rappresentanza della sua corrente nel nuovo gruppo dirigente. Chiede, lo stesso, "cambiamento di linea Politica rispetto al disastroso passato". Lo dice con chiarezza Emiliano, assicurando a Martina la lealtà del suo gruppo.

Anche il capogruppo al Senato Marcucci dichiara di non condividere la regola applicata per la costituzione della nuova segreteria. Renzi invece ribadisce la nota contrarietà ad ogni prospettiva di alleanza con il M5S, prospettata da Emiliano. Chi guarda dall'esterno lo scenario in atto nel PD, si rende conto che nel partito ancora non vi sono punti fermi in comune da cui partire per ricostruire un nuovo soggetto politico (centrosinistra). Il dialogo non ha fatto molti progressi e le cose sono rimaste a qualche mese fa.

Gli errori del passato

Per capirci meglio, bisogna voltare lo sguardo al passato recente. A partire dal Referendum sulle Riforme Costituzionali del 4 dicembre 2016.

Da quelle elezioni venne un segnale forte dall'elettorato, che la politica ha disatteso. Bisognava dimettersi e lasciare il passo ad altri. Niente di tutto questo. Altri segnali simili sono sempre giunti, disattesi, con altre tornate elettorali. A differenza di Cameron che ha abbandonato la politica dopo aver perso il Referendum sulla Brexit e solamente per 51 a 49. A nulla sono valse le critiche che avevano lo scopo di far riflettere sulla nostra situazione politica. Nel frattempo le scissioni hanno sempre di più indebolito il partito ed è mancato uno scatto di orgoglio per cambiare rotta.

Insieme si vince

Di recente, in occasione della trattativa per la formazione dell'attuale Governo in carica, il PD si è opposto a favorire un incontro col M5S per discutere sulla possibilità di costruire insieme una prospettiva di Governo. Poteva rappresentare l'inizio di un lungo percorso insieme.

Tutti sappiamo che l'attuale esecutivo è frutto di un accordo non politico, ma di Governo. Potranno governare solo se rispettano il contratto sottoscritto. In caso di crisi politica, le due forze, Lega e M5S continuano ad essere antagoniste e, con ogni probabilità rappresenteranno i due poli intorno a cui girerà la politica del futuro. Il ciclo è appena cominciato e come sappiamo si tratta di cicli che durano molto tempo.