Il calcio è uno sport bellissimo e affascinante ma anche strano e sorprendente. Ieri sera, il Milan è incappato in una dolorosa sconfitta in casa dei granata di mister Mazzarri ma, la stranezza, sta nel fatto che il risultato è sopraggiunto dopo il miglior primo tempo della stagione.

Domenica sera arriva la Fiorentina e, non dovesse arrivare un risultato positivo, già si vocifera di un esonero che porterebbe Giampaolo lontano dal Milan dopo sole sei giornate di campionato.

Tre sconfitte in cinque giornate, nonostante i segnali positivi di ieri sera, non sono facili da tollerare per una società importante come il Milan.

Torino - Milan, l'analisi della partita

I primi 45 minuti di gioco sono stati letteralmente dominati dal Milan che, dopo essere passato in vantaggio, ha avuto la possibilità di raddoppiare in più occasioni. Una squadra aggressiva, con le idee chiare e buone trame di gioco, a cui è mancata soltanto lucidità sotto porta.

I numeri parlano di 9 tiri dei rossoneri, di cui tre in porta, a fronte di un solo tiro da parte dei granata nella clamorosa occasione avuta da Belotti che, a porta vuota, a tempo scaduto, ha sparato il pallone in curva.

Il tutto, con un 61% di possesso palla che dimostra la superiorità territoriale degli uomini di Giampaolo.

Non male i nuovi Leao e Theo Hernandez, che hanno garantito gamba e imprevedibilità ad una manovra offensiva sterile e imprecisa, che finora è andata in gol su azione soltanto una volta con Chalanoglu e due volte su calcio di rigore con Piatek. A corrente alternata Bennacer.

Già negli ultimi minuti del primo tempo e nei secondi 45 minuti, la musica è cambiata a favore del Toro. Possesso palla pari e più tiri per i granata, che hanno centrato lo specchio della porta cinque volte contro il solo ma clamoroso colpo di testa di Piatek allo scadere.

Nonostante ciò, il Milan ha avuto altre due incredibili occasioni sempre col polacco, impreciso da ottima posizione, e con Kessiè che si è divorato un gol da due metri.

L'allenatore, demeriti e giustificazioni

La classifica del Milan è inguardabile, solo sei punti in cinque partite, ma in quest'ultima partita si è iniziato a vedere il lavoro dell'allenatore e non si può certamente imputare a Giampaolo la scarsa vena realizzativa dei giocatori rossoneri. Piatek segna solo su rigore e anche ieri si è divorato due occasionissime ma i compagni, a turno, non hanno fatto meglio. E sui due gol subiti, Donnarumma avrebbe potuto fare qualcosa in più.

Ieri, prestazioni insufficienti proprio di Donnarumma (fin qui il migliore), Calabria, Musacchio e Bennacer, soprattutto nel secondo parziale. Kessiè ha sprecato una grande occasione, ma è stato generosissimo e ha lottato su ogni pallone.

Molto bene Leao e positiva anche la prestazione di Theo Hernandez, Romagnoli e, a tratti, Suso e Chalanoglu. Piatek, grande cuore e poca testa.

Panchina traballante, le eventuali soluzioni

Marco Giampaolo non ha mai avuto delle partenze brillanti e il suo tipo di gioco ha bisogno di un po' di tempo per essere assimilato dai giocatori. Servirebbero pazienza e un po' di buon senso, per dare la possibilità al Mister di giocarsi le proprie carte ma Milano è una piazza difficile e tifosi e dirigenza non possono attendere a lungo.

Proprio per questo motivo, un risultato negativo contro la Fiorentina potrebbe portare ad una cambio di allenatore : i primi nomi che stanno girando in queste ore sono quelli di Spalletti e Ranieri, ma sembra sia stato contattato anche Rino Gattuso, che lo scorso anno aveva svolto un ottimo lavoro.

Dopo Massimiliano Allegri, dalla stagione 2013-2014 si sono succeduti in panchina Seedorf, Inzaghi, Mihajilovic, Brocchi, Montella e Gattuso e proprio l'ex allenatore juventino nel 2012-2013 partì anche peggio di Giampaolo con soli 7 punti in otto giornate, ma chiudendo il campionato al 3° posto e con la qualificazione in Champions.

La statistica recente, quindi, dice che cambiare tanto serve a poco e che, per ottenere risultati si necessita di tanta pazienza e unità di intenti. Ai posteri l'ardua sentenza.