Neanche nel bel mezzo di una tempesta perfetta, una crisi sanitaria accompagnata dal collasso economico del Paese e dal menefreghismo totale della Ue, i nostri politici riescono a smettere di litigare, rinfacciarsi le colpe e accusarsi l'uno con l'altro. Proprio ora che servirebbe un coro univoco, verso l'Europa e la poca attenzione nei nostri riguardi, che potrebbe ridare valore ad una classe Politica che sembra sempre meno adatta al ruolo.

A partire da un governo che si specchia e si crede bello mentre il Paese perde vite umane e valore, e un opposizione che sembra avere le soluzioni in tasca ma che in realtà cerca solo di mettere in cattiva luce il nemico politico. La verità è che, se l'Europa ci tratta in questo modo, forse è anche a causa della scarsa credibilità dei nostri politici.

Un governo di slogan

A sentir parlare Conte e i suoi sembrerebbe che i problemi dell'Italia siano sempre risolti con le parole che escono per voce del premier ed entrano nelle televisioni italiane di media ogni 48 ore. La realtà purtroppo è molto più cruda: la burocrazia italiana, anche in tempo di pandemia, non rallenta la sua morsa e rende difficoltoso l'approvvigionamento di quei 600 euro che prima o poi dovrebbero arrivare sul conto delle partite IVA italiane.

Il Presidente dell'Inps Tridico sembra aver capito che il click day era più che altro un idea venuta male e forse entro settimana prossima dovrebbe rendere la pratica più snella. Anche per le imprese e la cassa integrazione la situazione è molto complessa e ad oggi ancora non si è partiti con il pagamento neanche in questo caso e non vi è dubbio che questa situazione stia già da qualche giorno mettendo a disagio impresari e soprattutto operai e impiegati, fermi con il lavoro e con il portafoglio vuoto. Sembra chiaro che l'Italia da sola non può superare questa crisi; sacrosanta la prima manovra da 25 miliardi dove si è intervenuto soprattutto dal punto di vista sanitario, ma ora occorre battere i pugni seriamente in Europa insieme agli alleati Sanchez e Macron e far capire che senza un piano comune legato agli eurobond il futuro dell'Italia e di conseguenza dell'Ue è appeso ad un filo.

Il rancore di Salvini e co

Allora è inutile cercare in questo momento un'altra soluzione politica a quella attuale. Le urla della Meloni, le dirette Facebook di Salvini e le critiche fumose di Tajani non potrebbero mai essere la soluzione ai problemi attuali del nostro bel paese. Nel leader della Lega è ben visibile il rancore verso i suoi ex alleati di governo e, nonostante cerchi di dare soluzioni inconcludenti e poco plausibili, non manca di elogiare la mossa dittatoriale dell'amico ungherese Orban, non facendo rimpiangere la sua caduta dal governo di qualche mese fa. La Meloni invece ha pensato bene di minimizzare l'accaduto paragonando il modus operandi del governo italiano a quello del Premier magiaro e dunque lanciando l'ennesima frecciata a Conte.

Interessante quantomeno la proposta dei 1000 euro a nucleo familiare ma bisognerebbe vederla in azione per capire con che principio e metodo sarebbero erogabili, la sua idea di base sarebbe quella di darli a tutti per poi verificare in un secondo tempo il reale fabbisogno. Tajani invece lancia proposte e soluzioni e nel frattempo non smette di criticare la maggioranza, dopo che è stato Presidente del parlamento europeo e che quindi potrebbe essere utilizzato, in situazioni d'emergenza come questa, come intermediario importante nella trattativa eurobond con la Ue.

Confindustria tuona: l'Europa si dimostri all'altezza

Gli unici che non smettono di sollecitare un intervento solido, coeso e comune da parte dell'Unione europea sono quelli del Centro studi di Confindustria, per voce del Presidente Boccia.

Nette e chiare le sue parole: "Economia italiana colpita al cuore, bisogna agire immediatamente". Confindustria ha stimato una perdita mensile media per l'economia italiana di 100 miliardi e un Pil che nel primo semestre calerà del 10% e non ha certo lesinato critiche verso il menefreghismo della von der Leyen e della Ue con queste parole: "Europa si dimostri all'altezza, è l'ultima chiamata.". Risulta chiaro che la situazione economica italiana si stia avviando verso un punto pericolosissimo di non ritorno, a meno che qualcuno riesca a far capire alla Merkel e ai suoi fidati alleati che occorre un piano economico condiviso che riesca a salvare l'Italia dal tracollo e l'Unione europea dallo sgretolamento.