Il 27 gennaio di ogni anno si celebra la Giornata della Memoria, in una data che simbolicamente identifica la fine al genocidio del popolo ebraico perpetrato da parte del nazismo fino al 1945.

Sono passati esattamente 77 anni da quel giorno del 1945 in cui le truppe sovietiche liberarono i detenuti di Auschwitz e Birkenau e l'evento viene ricordato in tutto il mondo come la fine di un capitolo oscuro per la Storia dell'umanità ma anche come monito di dove può arrivare a spingersi la crudeltà umana. "È successo è può succedere ancora", scrisse Primo Levi

La Giornata della Memoria è quindi un momento di commemorazione internazionale per quello che non dovrebbe mai più accadere nella storia.

I fatti di quei giorni ad Auschwitz

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata guidati dal maresciallo Ivan Konev giunsero per prime presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo presto l'esistenza di un campo di concentramento dove ancora giacevano circa settemila superstiti in condizioni vitali pessime.

Nei giorni precedenti i nazisti si erano ritirati, portando con sé una parte dei detenuti. Molti di loro erano sani, ma morirono durante il tragitto forzato dei tedeschi, che li condussero a fucilazioni collettive e fosse comuni. Dopo la liberazione dei prigionieri le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.

I racconti di torture, vessazioni, atrocità e violenze vennero poi esposte al processo di Norimberga assieme ai filmati effettuati dagli stessi militari sovietici, che si ritrovarono davanti agli occhi uno scenario disumano e raccapricciante.

Lo sterminio del popolo ebraico

La propaganda del partito nazionalsocialista tedesco portata avanti da Adolf Hitler si basava sulla falsa e non scientifica teoria della superiorità della razza ariana, i cui fondamenti vennero approfonditi dalle ricerche dall'Ahnenerbe, o "Società di ricerca dell'eredità ancestrale", fondata da Heinrich Himmler e originariamente votata agli studi riguardanti la storia antropologica e culturale tedesca.

Nel suo Mein Kampf, il saggio politico autobiografico del 1925 manifesto dell'ideologia nazista, Hitler spiegava i motivi per cui intendeva concentrare le sue persecuzioni su ebrei e persone avverse al suo progetto politico. Il saggio si basava sui documenti complottisti detti 'Protocolli dei Savi di Sion', un insieme di scritti falsi volti a diffondere l'odio per gli ebrei nel mondo.

Memoria e presa di coscienza

La storia insegna che la conoscenza e l'assimilazione di questi fatti sono fondamentali per non ripetere gli stessi errori in futuro.

La Giornata della Memoria non è solo un evento commemorativo di riflessione per il mondo intero, ma anche uno sguardo verso una pagina oscura della storia che può aiutare le nuove generazioni a prendere coscienza del fatto che questi fatti non debbano mai più ripetersi.