La Juventus è sempre più in crisi: ha perso anche ieri sera in Israele contro il Maccabi Haifa, è quasi fuori dalla Champions League, rischia di arrivare ultima nel girone, e lo Scudetto pare un traguardo irraggiungibile con il Napoli che viaggia già con 10 punti di vantaggio. Al 12 ottobre il rischio per i bianconeri è quello di aver gettato via un'annata che, nelle idee della proprietà, doveva essere quella del rilancio, del ritorno al successo e invece rischia seriamente di diventare la peggiore della gestione Agnelli.

Allegri non è l'unico colpevole nella crisi della Juventus

Ora molti chiedono l'esonero di Massimiliano Allegri. Una richiesta che appare comprensibile, perché la squadra non ha gioco, subisce tanti gol, ma soprattutto ha perso il suo storico spirito e la grinta. La Juventus non è mai stata arrendevole tanto quanto a San Siro con il Milan o ieri sera e questo indica che, oltre a un problema tecnico, ce ne è uno di personalità se non addirittura di spogliatoio "rotto".

Allegri rischia l'esonero per i risultati molto al di sotto dalle aspettative, perché non è stato capace di valorizzare un talento come Vlahovic, e poi perché non ha saputo dare la solidità per cui era stato richiamato dopo le esperienza con Sarri e Pirlo.

Il problema è che esonerarlo costa troppo (e ha un contratto fino al 2025) e così Agnelli anche ieri lo ha confermato, ma potrà continuare a farlo se arriveranno altre brucianti sconfitte?

Gli altri 'colpevoli' di casa Juventus

E così si passa agli altri colpevoli di casa Juve. L'addio di Marotta, non sostituito adeguatamente, è stato il punto di non ritorno. Senza un dirigente di quella caratura una società non fa il salto di qualità ad alti livelli. I vari Nedved, Paratici (ora al Tottenham), Arrivabene e Cherubini non sembrano aver reso secondo le attese.

Problemi in panchina e dietro la scrivania, ma poi in campo vanno i giocatori e anche qui si salvano in pochi. Vlahovic pare l'ombra del cannoniere implacabile visto con la Fiorentina e dei primi mesi in bianconero e la colpa non può essere solo del "non gioco" di Allegri anche perché a inizio campionato segnava con una certa regolarità.

Ora anche lui sembra deconcentrato e slegato dalla squadra. Lo stesso si può dire dei colpi di mercato: Kostic, che era un assist-man infallibile in Germania, ora gira a vuoto, il mediano Paredes in Israele ha sbagliato molto. Insieme ai nuovi ha perso solidità anche la vecchia guardia con Bonucci, Cuadrado e Alex Sandro che non sembrano più in grado di reggere una stagione intera a confrontarsi con i migliori in Italia e all'estero.

La difficile soluzione

La soluzione quindi non è facile da trovare, ma soprattutto ci sarà bisogno di tempo. Il divorzio con Allegri, se e quando arriverà, potrebbe dare una svolta emotiva all'ambiente, ma alcuni problemi resteranno. In società servirebbe un uomo di calcio che sappia davvero essere dirigente, si parla di Giuntoli, che ha fatto bene a Napoli, con risorse inferiori rispetto a quelle bianconere. E poi andrà rifondata la formazione, troppi sono i calciatori che sembrano logori o con troppa poca qualità per restare nel gruppo. I rinforzi servono in ogni reparto e trovarli non sarà semplice.