Il mercato dell'invalidità civile siespande. Il Giudice delle leggi ha eliminato ogni residuo argine in ossequio aisacri principi solidaristici della nostra Costituzione, la più bella del mondo. Un legislatore attento alle sole leggi dibilancio aveva posto odiosi paletti, richiedendo ben 5 anni di soggiorno inItalia per il riconoscimento delle provvidenze d'invalidità civile agliextracomunitari.
Come possono, si è chiesto la Corte, personeinvalide, anche totalmente, o incapaci di deambulare o di compiere gli attielementari della vita, aspettare un così lungo tempo per essere soccorsi?
Chisiamo noi per discriminare tra cittadini Italiani ed extracomunitari? La nostra Costituzione riconosce a tuttiuna vita libera e dignitosa.
E nei Vangeli, cuore della nostra civiltà,c'è scritto che gli uccelli dell'aria non seminano e non mietono eppure possononutrirsi in qualsiasi luogo. Non possiamo negare i fondamentali dirittidell'uomo all'esistenza, sospinti dalla paura di una progressiva invasione.
Nel nome di questi principi, che devonoinnervare il nostro agire e le nostre leggi, sono stati abbattuti gli steccatie gli extracomunitari possono entrare nel fertile mercato dell'invaliditàcivile. I nuovi arrivi rendono più ricco e variopinto il mercato e glioperatori esultano, sventolano bandiere, suonano la marcia trionfale al nuovoche avanza.
Finalmente l'inclusione e la solidarietà vincono sulle nostre pauree il nostro egoismo.
Chi sosterrà i costi di questa apertura?La Corte non se lo chiede. Non se lo chiedono i protagonisti del mercato. Non si può distruggere la poesia della fraternitàe della solidarietà riducendo tutto all'economico. Il dio denaro non puòcondizionare e involgarire ogni cosa, anche i sentimenti più nobili.
C'è bisogno di un mondo nuovo e di nuovivalori, per questo dobbiamo aprirci, praticare l'accoglienza e la culturadell'inclusione altrimenti la nostra vecchia società è destinata a finire. Poi, per dirla tutta, gracida qualcuno neisalotti, qua le distanze tra chi ha tanto e chi non ha niente aumentano sempredi più, è giusto che chi ha di più si faccia carico anche dei più deboli.
Ma chi sono costoro?
Gli industriali? Certamente no, perché glioneri a loro carco sono fin troppo alti. I liberi professionisti? Neppure,anche loro sono oberati di tasse. Gli statali? Per Bacco, i loro stipendisono fermi da tempo, sono stati presi di mira da troppo tempo. Gli insegnanti? Giàhanno gli stipendi più bassi d'Europa e una nazione che taglia sulla cultura èdestinata al fallimento. Gli uomini in divisa? Non scherziamo con altri taglialla sicurezza dei cittadini. I magistrati? Sarebbe un attentato all'autonomia della Magistratura.
Le cicale suggeriscono, bisogna tagliarele rendite parassitarie e improduttive e, come sussurra una vocina piùsuadente, abbattere il Colosseo. Questo è il migliore dei mondi possibili,direbbe candidamente Voltaire.