A Firenze, nel polo della facoltà diScienze Politiche "Cesare Alfieri" si è tenuto un congressointitolato "Forza Lavoro!", che è stato organizzato dalla reti deglistudenti del centrosinistra per l'università e che ha visto come principaleprotagonista il Segretario generale della Fiom MaurizioLandini.
Il tema dell'incontro è stato appunto quello del lavoro esono stati molti i punti toccati durante il lungo discorso che Landini haintrattenuto davanti a studenti e non solo.
Il segretario havoluto precisare di essere molto interessato a cosa pensassero gli studenti delsindacato e del ruolo che ha nel lavoro e se pensano che sia utile o non perché,ha aggiunto Landini, "percepiamo che c'è un elemento di crisidell'organizzazione sindacale".
Ha poi subito esordito dicendo che "Per me, fare il sindacalistanon è un mestiere, se sento uno che pensa di fare il sindacalista comemestiere lo rimanderei a lavorare. Uno deve sapere che se fa il sindacalista lodeve fare perché vuole rappresentare delle persone come lui e lo deve farequasi come una missione".
Landini ha ripercorso la storia del Sindacalismo inItalia spiegando quali sono stati gli apici delle conquiste e invece gli annipiù duri della "lotta sindacalista".
"Gli anni più alti di conquiste sono statisicuramente gli anni ‘70 e ’80, con le conquiste del contrattonazionale, le 40 ore di lavoro settimanali, il diritto di assemblea e ildiritto di eleggere dei delegati. Una cessione invece da parte del movimentosindacale è partita dalla fine degli anni ‘80 con l'avvento di Reagan negliStati Uniti e la Thatcher in Inghilterra che hanno sconfitto lamediazione sociale e introdotto la mano libera per le imprese".
"Oggi ci troviamo di fronte al fattoche la competizione tra persone non è mai stata alta come adesso e il compitodi un sindacato è quello di provare a sancire il principio che a parità dilavoro e di mansione deve corrispondere parità di diritti e parità diretribuzione".
Parlando della divisione negli anni dei sindacati il segretario parla diuna pressione da parte dei partiti politici neglianni passati, che avrebbero cercato di non far unire in un unico sindacatotutti i sindacati esistenti per la paura di un movimento sindacale troppoforte.
Parlando dell'Europa e dellospostamento delle industrie Italiane all'estero il segretario della Fiom hadetto che "Le industrie vanno in Polonia non solo perchégli operai vengono pagati di meno ma perché non c'è un sistema fiscale unico inEuropa, là pagano pochissime tasse ed uno dei problemi che stiamo avendo è chel'aver costruito l'Europa solo sulla moneta e non avercostruito un Europa sociale con determinati diritti stacausando grandissimi problemi al lavoro".
Alla fine dell'intervento, ad uno studente che chiedeva cosa ne pensassedel Jobs Act di Matteo Renzi, ha risposto così: "Iopenso che lui ha detto delle cose e ne ha fatte delle altre, perché quando erasolo segretario del PD aveva l'idea di ridurre il lavoroprecario e parlava di introdurre una forma di assunzione che in Italia non c'è,ovvero il contratto a tempo indeterminato unico a tutele progressive, estenderegli ammortizzatori sociali e via dicendo. Renzi sta facendo queste cose? Direi di no perché quello che ha propostoil governo è una legge delega che dice di discutere di questecose, però sappiamo che la legge delega la si discute tra mesi e mesi, ilprovvedimento che ha fatto adesso invece in un'altra direzione sul lavoroperché liberalizzare i contratti a termine vuol dire che unlavoratore può avere un contratto a termine per tutta la vita e quindi è andatoin un’altra direzione rispetto a ciò che aveva dichiarato precedentemente. Questa manovra va invecenella direzione dell'aumento della precarietà".