Ci siamo, le tanto attese elezioni europee stanno per arrivare e giorno dopo giorno cresce l'attesa per scoprire cosa effettivamente andranno a votare gli italiani; dato che solo le urne ci potranno dare un risultato certo a differenza dei sondaggi che per tali vanno presi, non ci resta che aspettare domenica 25 maggio.

Ma spesso intorno a queste elezioni europee ci sono non pochi dubbi, andiamo ad analizzarli.

Intanto in molti non conoscono effettivamente cosa sia l'UE e come darli torto! Spesso nemmeno gli stessi scienziati politici sanno definire con precisione cosa sia; questo a causa della sua forma ibrida che la differenzia sia da uno Stato che da una federazione di stati.

Possiamo comunque affermare che l'Unione Europea è un tentativo esplicito da parte dei politici europei di pacificare un continente che ha alle spalle una lunga storia di conflitti, possiamo inoltre aggiungere che l'UE è nata come meccanismo per garantire la pace attraverso l'integrazione economica. Magari questo non ci chiarisce al meglio le idee ma comunque ci aiuta a capire come mai l'UE per esempio non ha un suo esercito.

Il secondo dubbio che ruota intorno all'Europa è sicuramente la costatazione che certe azioni finanziarie e di governance vengono prese "dall'alto", mi riferisco in particolare alla BCE (banca centrale europea) e al parlamento europeo, con una certa "lontananza" dal popolo.

Ovvero intendo che salvare con trilioni di euro le banche europee (principalmente tedesche e francesi) e nel frattempo imporre l'austerity forzata e dare le colpe della crisi al cosiddetto Welfare State non sono proprio decisioni che a mio avviso i milioni di abitanti europei condividerebbero all'unanimità.

Al terzo posto possiamo sicuramente inserire i circa 16 miliardi che versiamo all'Europa (paghiamo una cifra da primato rispetto agli altri Stati europei); soldi che vengono amministrati e che dopo esser stati utilizzati per esempio nell'aiuto allo sviluppo di paesi più poveri (come la Romania) ci tornano indietro con il piccolo dettaglio che sono solo 10 dei precedenti 16 versati.

Possiamo aggiungere inoltre che rimane un po' incomprensibile come mai in prima istanza la moneta unica non sia obbligatoria, e in secondo luogo perché non è stata applicata una pressione fiscale uguali a tutti gli Stati membri. Questo fatto rimane tra i più difficili da superare ma è anche uno dei fattori scatenanti che ha portato alla crisi attuale a seguito dello spostamento di un numero grandissimo di industrie dallo Stato di appartenenza allo Stato dove si pagano meno tasse (vedi Irlanda) e che ha fatto quindi crollare il gettito fiscale interno di alcuni paesi membri(Italia, Spagna, Portogallo, Grecia).

Il fatto che ancora ci sia poca trasparenza e chiarezza nei meccanismi dell'Europa tra le persone comuni è un dato un po' anomalo visto che i primi passi verso l'Europa iniziarono nel lontano 1951 con la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.

Sicuramente la cosa che il nostro paese deve ritrovare in Europa è il suo vecchio ruolo da protagonista (perché non dimentichiamoci mai che siamo uno dei paesi cofondatori dell'UE) e non il ruolo che sembriamo costretti ad avere di semplice zavorra per la comunità europea.