Questa mattina l'iter del DDL Scuola al Senato ha subito un piccolo arresto. Il sito Orizzonte Scuola riferisce che fonti parlamentari riportano un piccolo stop dell'esame degli emendamenti nella mattinata. Questa mattina non ci saranno votazioni. Sembra che la maggioranza stia prendendo tempo perché non ha i numeri per contrastare alcuni emendamenti e quindi le votazioni previste slittano al pomeriggio, quando i lavori riprenderanno alle 14.30.
Ma non finiscono qui le novità.
Scuola, DDL: l'opposizione chiede di sospendere l'iter
Le indiscrezioni riportate da Orizzonte Scuola riferiscono anche che nel corso della seduta l'opposizione ha chiesto la sospensione dell'iter del disegno di legge e ha pure chiesto spiegazioni circa le affermazioni di Renzi pronunciate ieri sera, quando si è lamentato del fatto che gli emendamenti al provvedimento sono troppi e per colpa dei tempi di approvazione slitteranno quasi certamente le assunzioni previste a settembre. Esiste quindi un certo puntar piedi da entrambe le parti. La maggioranza vorrebbe che alcuni degli emendamenti fossero ritirati così da velocizzare i tempi di approvazione del disegno di legge, mentre l'opposizione vuole il ritiro del provvedimento e lo scorporo del piano di assunzioni, per cui ancora si è in tempo per emanare un decreto.
La maggioranza prende tempo sul DDL
La fonte riferisce che Francesca Puglisi del Pd e Franco Conte hanno chiesto che le proposte vengano ritirate per velocizzare l'iter. A quanto pare la maggioranza teme di non avere più i numeri per contrastare alcuni degli emendamenti, in quanto al momento il rapporto è di 15 a 12, con tre senatori che però hanno una posizione dubbia, nonostante appartengano alla maggioranza. Questi sono Corradino Mineo, Carlo Rubbia e Walter Tocci. La situazione resta, quindi, incerta. Non si sa se l'esame del provvedimento verrà sospeso, come da richiesta, e se il piano di assunzioni sarà scorporato dal DDL o cancellato come ha minacciato Renzi. Chi nel frattempo continua a protestare contro la riforma però, ha dimostrato di non temere affatto nemmeno la cancellazione del piano di assunzioni.