Voci vicino a Renzi lasciano trapelare la possibilità che il DDL Scuola possa saltare. Il Governo ha perso le sue 'certezze'. Il rinvio della riforma scolastica non sarebbe di pochi mesi, ma si parla addirittura di un anno, come riferisce un articolo apparso su La Stampa. Questo se l'approvazione non avverrà entro i tempi previsti, ovvero il 30 giugno 2015. Ma le cose non sono così semplici. Il cedimento di Renzi in realtà nasconde una velata minaccia a chi non vuole che questo disegno di legge vada in porto: saltando il DDL scuola salta anche l'assunzione di centomila precari, per cui la data di fine giugno è fondamentale.

DDL scuola, corsa contro il tempo

Gli emendamenti al DDL scuola in esame in questo momento sono centinaia, a partire dal bonus scuola, passando per il numero delle assunzioni (da sempre contestate) e arrivando alla valutazione dei docenti. Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, è stata avanzata la richiesta che cambino scuola ogni 6 anni, così da impedire almeno in parte continue assunzioni determinate da motivi personali. Renzi ha concesso 15 giorni in più 'al dialogo' fra le parti, ma se utilizzati tutti non si arriverà in tempo per l'approvazione del testo. E in ogni caso, l'iter non è così semplice in quanto la riforma modificata dovrà nuovamente passare alla Camera, prima in commissione e poi in aula, dove potrebbe trovare nuovamente opposizione e causare un'ulteriore perdita di tempo.

Che il tutto avvenga entro il 30 giugno appare molto, ma molto difficile. Morale della favola?

Niente DDL scuola, niente assunzione precari

Ma dato che il Premier non ha nessuna intenzione di scindere la sua riforma scolastica dall'assunzione dei precari a settembre, un rinvio equivarrebbe alla mancata assunzione di chi ormai si sente la cattedra in mano.

E la colpa di chi sarebbe? Di chi si è opposto. Renzi apre dunque al dialogo, ma chiede tempi veloci affinché le assunzioni si possano fare entro settembre, 'perché le scuole hanno bisogno dei docenti'. Come andrà a finire lo sapremo presto, perché al 30 giugno non manca poi molto. Nel frattempo, lo sciopero degli scrutini è già in corso.