Tonnellate di carne di maiale irlandese gettata nell'inceneritore, container di formaggi europei sotterrati, quintali di mele polacche distrutte. La Russia passa al setaccio i suoi supermercati, sequestra la merce europea di contrabbando e la distrugge, sotto gli occhi dei cittandini, turbati dallo spreco degli alimenti.

Perchè non regalare il cibo ai poveri?

In un Paese flagellato da un'alta inflazione (secondo alcune stime il potere di acquisto scenderà del 15 percento quest'anno) con oltre 23 milioni di persone che vivono con meno di 150 euro, in molti si chiedono se questi prodotti, introdotti con etichette fasulle, non siano da destinare alle famiglie bisognose o ai pensionati.

Le immagini stanno facendo il giro della rete e l'ashtag #larussiabrucia è stato tra i più cliccati dallo scorso giovedì, quando è dalla Duma si è levato l'ordine di distruggere i cibi di contrabbando. In poche ore oltre 312 mila persone hanno sottoscritto una petizione su “Shange.org”perchè il presidente Russo Vladimir Putin e il primo ministro Dmitrij Medvedev prendano in considerazione l'idea di non distruggere il cibo proibito.

"Prodotti non sicuri"

Il Cremlino però tira dritto e non ha intenzione di cambiare strategia, forte del fatto che quanto sequestrato non è sicuro, in quanto non è certa la provenienza e nessuno si può assumere la responsabilità di garantire che i prodotti non siano nocivi per la salute.

“Sappiamo che le immagini sono forti” ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, nell'esortare a “non esasperare il problema”.

Gli effetti delle sanzioni

Un problema che riguarda anche l'Italia. L'interscambio Italia-Russia è sceso del 20 percento nel 2014, con una perdita per le nostre imprese di 9,5 milioni di dollari.

240 milioni solo nel comparto agricolo, secondo le stime di Coldiretti. Lo scorso 17 giugno i governi dell'Unione Europea hanno deciso la proroga di altri sei mesi per le sanzioni contro la Russia, rea di non aver mantenuto le linee sull'Ucraina stipulate dagli accordi di Minsk. La contro-risposta della Russia, accusata di esser responsabile delle rivolte del Donbass, le regioni russofone dell'Ucraina, e di aver violato più volte il cessate il fuoco dell'ex repubblica sovietica, con un atteggiamento aggressivo, è stato quello di vietare le merci provenienti dai paesi che hanno votato le sanzioni internazionali verso Mosca. Secondo alcuni esperti l'applicazione dell'embargo in modo così spettacolare è da considerarsi una rimarcareche dei rapporti gelidi tra la Russia e gli Stati Uniti.