Circa 800 atleti potrebbero aver vinto 55 medaglie d'oro e 95 tra argento e bronzi negli ultimi 11 anni grazie a sostanze dopanti. E' quanto scrivono il quotidiano britannico "Sunday Times" e la televisione tedesca "Ard" informate da una talpa segreta interna alla IAAF, l'associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera che tra due settimane sceglierà il nuovo presidente.
Valori anomali, ma non sono prove: Bolt pulito
Prima di pubblicare i dati generali delle analisi del sangue, una mole di oltre 12 mila test su oltre 5 mila sportivi, il "Sunday Times" ha chiesto il parere di Robin Parisotto e Michael Ashenden, due tra i maggiori esperti di antidoping, che non hanno potuto che constatare che i dati mostrano valori fuori dalla norma.
Asherden ha dichiarato ha parlato di analogie con quanto avvenuto nel ciclismo dopo il ciclone Armstrong. Ma a differenza dei guai del ciclismo, tra quanto emerso fin'ora non figura una prova definitiva sull'uso di sostanze illecite da parte degli atleti, perchè per la conferma definitiva sarebbero state necessarie ulteriori accertamenti, che però non sono stati fatti. La forbice dell'illecito coinvolge un terzo delle medaglie assegnate dai Mondiali e dalle Olimpiadi del 2001 fino a quelle di Londra del 2012, in cui almeno 10 medaglie d'oro sarebbero macchiate dall'ombra del doping. La nazione più colpita è la Russia, con 8 medaglie d'oro su dieci vinte da atleti con valori fuori dalla norma.
Tra i non i non coinvolti figura invece Usain Bolt, velocista giamaicano che nell'ultimo decennio ha vinto più di 18 medaglie d'oro, dai Mondiali giovanili di Kingston del 2002, in Giamaica, ai giochi del Commonwealth dell'anno scorso.
Battesimo di fuoco per il nuovo presidente IAAF
La IAAF, che non ha negato le anomalie, ha dichiarato di esser sempre all'avanguardia e in prima linea per impedire l'uso di sostanze dopanti nell'atletica.
Far luce sul perchè queste analisi siano state insabbiate e perchè non siano stati fatti accertamenti sarà il compito di chi la spunterà tra Sebastian Coe, britannico vincitore di oro olimpico nei 500 metri nel 1980, o di Serhij Bubka, campione ucraino del salto con l'asta, i due candidati alla presidenza della IAAF. Magari già dai prossimi Campionati del Mondo di Atletica Leggera in programma a Pechino dal 22 al 30 agosto.