In 14 mesi il PD di Matteo Renzi ha perso dagli 8 ai 12 punti percentuali: è quanto emerge dagli ultimi Sondaggi politici aggiornati ad oggi 26 agosto e diffusi da 10 istituti demoscopici. Il crollo del partito di governo è sotto gli occhi di tutti ormai da mesi, ma se parole e impressioni le porta via il vento sono i numeri a certificare un trend sempre più pericoloso per i seguaci dell’ex sindaco di Firenze.
Da rottamatore Renzi rischia di diventare uno dei tanti rottamati in poco più di un anno, uno ‘sgarbo’ che potrebbe essere portato avanti dal sempre più forte M5S di Beppe Grillo. Basta volgere lo sguardo alle Europee del 2014 quando il PD prese più del 40% dei consensi per capire come la formazione alla guida dell’Esecutivo stia vivendo un’emorragia di consensi che partendo dall’interno (la fazione Dem è sempre più forte) trabocca inevitabilmente all’esterno. A segnare la ‘fine’ del governo Renzi potrebbero essere questioni forti come la riforma della previdenza e quella della Scuola, banchi di prova in riferimento ai quali l’attuale primo ministro sta dimostrando una sostanziale incapacità di ascoltare le richieste dei cittadini.
Nuovi sondaggi politici oggi 26 agosto: PD sotto al 30%, il M5S di Grillo lavora al sorpasso
Sono Datamedia, Demopolis, Emg, Euromedia, Ipr, Ixè, Lorien, Piepoli, Swg e scenari politici ad aver diffuso le attuali intenzioni di voto degli italiani partendo dai dati raccolti tra il 20 luglio e il 20 agosto scorso. Gli ultimi sondaggi politici aggiornati ad oggi 26 agosto continuano dunque a certificare il calo del PD, che a conti fatti rischia di aver già infranto (al contrario) il muro del 30%. E’ scenari politici a registrare la stima più bassa (29%), mentre Swg certifica la più alta (34%); la cosa preoccupante è che Renzi non sembra curarsi troppo di questi dati, forse per negligenza forse per un’errata valutazione politica.
Anche il totale e spesso assoluto servilismo dimostrato dal premier nei riguardi delle politiche imposte dall’UE sta pesando come un macigno sui consensi al ribasso: è proprio l’UE ad esempio ad aver già fatto sapere che la manovra previdenziale non potrà andare al di là di certi limiti. Dall’altra parte invece abbiamo un M5S in piena salute che oscilla tra il 26% di scenari politici e il 22 di Ixè. I pentastellati guidati da Grillo si attestano più o meno al 23%, lontani dunque 6-7 punti dai rivali democratici. Una forbice ancora importante ma non più impossibile da scalfire ed annullare. Quali correttivi debba apportare il premier alla propria politica non sta a noi dirlo, il punto semmai è che non vediamo alcuna mossa o prospettiva di cambiamento. Almeno nell’immediato futuro. Una ‘miopia’ questa che tutti i renziani rischiano di pagare a caro prezzo.