Il post diffuso nella mattinata di mercoledì 9 settembre, sul blog di Beppe Grillo non lasciava adito ad alcun dubbio. Il progetto del reddito di cittadinanza continua ad essere il cavallo di battaglia del M5S, ancor più che il referendum sull'uscita dall'euro, altra questione ancora aperta nell'agenda dei pentastellati.
"Bisogna calendarizzare da subito il reddito di cittadinanza e ridare i soldi ai cittadini invece di intascarveli" è l'esortazione con la quale Beppe Grillo ha rilanciato, in modo forte, il disegno di legge che il M5S farà suo nei prossimi giorni.
Un post che di fatto introduce la giornata romana dell'ex comico, che prima ha incontrato gli ambasciatori dei paesi del nord europa, e poi ha presentato alla stampa, accompagnato da Casaleggio e Di Maio, il progetto di "reddito di cittadinanza" che dovrà rilanciare l'economia, dando dignità a quelle persone che non hanno lavoro.
Presentato il "reddito di cittadinanza" nella Sala Nassirya del Senato
Lo stato maggiore del M5S, che ha parlato nella sala stampa Nassirya del Senato, ha spiegato perché è profondamente sbagliato considerare il reddito di cittadinanza alla stregua di un sussidio, mentre è opportuno ritenerlo un vero e proprio volano che rimetterà in moto i consumi nel nostro paese.
"Nel fare tre simulazioni sulla base di ipotetici scenari economici, moltiplicare 17 miliardi di euro nelle tasche di nove milioni di italiani consentirà di far crescere il Pil nazionale dell'1%" ha sostenuto Luigi Di Maio, che ha illustrato il progetto alla stampa. Dunque, fatti i dovuti conti, il nostro paese dovrebbe crescere di "oltre il 2%' solo nel prossimo anno, se verrà distribuita ricchezza proprio attraverso il reddito di cittadinanza".
"L'obiettivo - ha proseguito Di Maio - non è fare vivere le persone con il sussidio, ma consentire loro di potere entrare nel mondo del lavoro". Il vice presidente della Camera ha anche sottolineato le migliaia di richieste che sono pervenute nel giro di pochi mesi al M5S in merito al microcredito finanziario attivato attraverso le risorse accumulate dal Movimento con parte degli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali.