Torniamo a occuparci della relazione annuale del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, resa pubblica l’otto settembre, soffermandoci sui dati relativi alla diffusione della cannabis e dei suoi derivati in Italia.

Quanti italiani consumano cannabis?

Nel nostro paese, considerati i cittadini di età compresa tra i 15 e i 64 anni, il 32% ha assunto prodotti a base di cannabis almeno una volta nel corso della vita. In cifre, si parla di poco più di dodici milioni e mezzo di individui. La percentuale sale quasi al 40% se si considera la fascia 15-34 anni, ovvero più di cinque milioni di consuatori (anche solo occasionali o che hanno provato solo una volta) tra i più giovani.

Dalla rilevazione condotta da Ipsad relativa al periodo 2013-2014 viene confermata ancora una volta la circostanza che la cannabis è stata la droga illegale più utilizzata dagli italiani nell’ultimo anno: il 9,2% dei cittadini fra 15 e 64 anni, ovvero più di tre milioni e mezzo di soggetti. Il consumo nell‟ultimo mese, nell’indagine definito consumo corrente, ha coinvolto circa un milione e mezzo di persone e in quasi 400 mila hanno riferito di aver consumato cannabis per 20 o più volte nei 30 giorni che hanno preceduto l’indagine. La cannabis, si evince dalla rilevazione demoscopica messa a disposizione del Governo, è maggiormente diffusa tra i 15-34enni e, di questi, circa due milioni e mezzo hanno assunto cannabinoidi nel periodo della rilevazione.

Chi gestisce i traffici di cannabis?

Secondo il 31% degli italiani compresi tra i 15 e i 64 anni, anche non consumatori di cannabis, è facile procurarsi la droga attraverso canali illeciti come pusher di strada o amici. Per quel che concerne il consumo recente dei cittadini fra 15 e 34 anni si assiste a un aumento senza soluzione di continuità dal 2002 al 2008, per poi stabilizzarsi nelle rilevazioni relative agli anni seguenti.

Aumentano, inoltre, i cosiddetti consumatori problematici di cannabis, che ammontano all’1% della popolazione tra 15 e 64 anni e al 2,7% se ci si ferma alla fascia 15-34. Un dato in sensibile aumento (circa il 12%) rispetto alla precedente rilevazione. Se la cocaina è in mano alla ‘ndrangheta (che una volta messe le mani sul porto di Genova, ha confermato eccome la presenza delle mafie al Nord con buona pace degli ultimi scettici) e l’eroina è gestita dalla camorra, della cannabis si “occupano” in misura maggiore cartelli criminali laziali, siciliani e pugliesi non senza alleanze con gruppi spagnoli, albanesi e del Nord Africa.

D’altronde anche le droghe pesanti sono sì “gestite” da gruppi criminali nostrani ma i traffici sono di livello mondiale e coinvolgono anche in quel caso trafficanti prevalentemente del Sud America e dei Balcani.

La cannabis in Italia

Le regioni italiane dove sono stati sequestrati i più alti quantitativi di hashish sono la Sicilia con oltre 78 mila chili, la Lombardia con circa quattro mila e la Toscana con poco più di tre mila. Per quanto concerne la marijuana i sequestri maggiori hanno riguardato la Puglia con 14 mila chili; la Sicilia con sei mila e il Lazio con oltre quatto mila e seicento chili. Capitolo piante di cannabis: il 2014 ha visto un decremento dell’ 86,41% rispetto all’anno precedente. Il maggior numero di piante sequestrate si è avuto in Sicilia con oltre 48 mila piante; in Puglia oltre 13 mila e in Calabria dove poco meno di 13 mila piante sono state eradicate.