Eccoci arrivati ad un nuovo sondaggio elettorale, questa volta effettuato da EMG per il Telegiornale della rete televisiva La7. La curiosità maggiore di questi ultimi giorni è quella di capire quanto sono distanti i primi due partiti in Italia: il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. L'ultima rilevazione effettuata, appunto dalla società EMG, mette in evidenza che la differenza è ormai di cinque punti percentuale.

Tutto invariato con la Lega Nord, al 15 percento, e Forza Italia, intorno al 10 percento.

Gli ultimi sondaggi danno il M5S al 27 percento

Posizione 'fissate' per tutti i partiti politici. Ma il dubbio fondamentale rimane: nel caso in cui si dovesse andare al ballottaggio, con la nuova riforma elettorale (Italicum), chi vincerebbe tra Pd e M5S? EMG ci comunica che il Pd è intorno al 32%, mentre il partito di Beppe Grillo, si attesta intorno al 27 percento. Se dovesse continuare questo trend, i dem potrebbero scendere al di sotto del 30 percento, soglia psicologica che renderebbe difficile un rialzo verso valori più tranquilli.

Evidentemente, la politica di Matteo Renzi non sta portando i suoi positivi effetti al partito Democratico, che risente dei forti malumori dovuti essenzialmente alle questioni inerenti la riforma del sistema previdenziale. Sia la Lega Nord che Forza Italia, presi singolarmente, non creano alcuna difficoltà al duo di testa.

In caso di elezioni, possibile unica lista di centrodestra

La domanda, però, nasce spontanea: cosa succederebbe se decidessero di allearsi insieme agli altri piccoli partiti? Provate ad immaginare un eventuale risultato elettorale. La vera incognita rimane il cosiddetto 'listone' di centrodestra. Nei giorni scorsi, durante il Tg La7, il giornalista Enrico Mentana, ha posto l'accento su questa variabile che potrebbe determinare l'esito di un eventuale ballottaggio, in caso di elezioni anticipate.

La nuova legge elettorale non dà la possibilità di effettuare coalizioni di partiti, ma uno dei possibili scenari potrebbe essere quello della costituzione di un'unica lista, anche per salvaguardare i partiti più piccoli.