Trivelle sì oppure no: dopo tante incertezze e polemiche, il prossimo 17 aprile si terrà il referendum popolare. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri ieri notte. Non ci sarà però alcun “Election Day” e le opposizioni si sono scatenate. Duplicare le date del voto popolare (ad aprile il referendum e dopo neanche tre mesi le elezioni amministrative per i grandi comuni come Roma e Milano) significa non poter fare nessun taglio ai costi elettorali.

La fusione del referendum con il voto delle amministrative era stato richiesto da più parti, dalle associazioni ambientaliste ai presidenti delle Regioni contrarie alle trivellazioni, al Movimento Cinquestelle.

La spaccatura nella maggioranza

Il caso trivelle aveva già spaccato la maggioranza. Dopo le proteste delle associazioni ambientaliste e di ben dieci regioni, il governo Renzi aveva presentato alcuni emendamenti alla Legge di stabilità per corregere il decreto Sblocca Italia che dava il via libera alle trivellazioni (bypassando il potere di veto delle regioni). In prima linea per il No alle trivellazioni nelle isole Tremiti c'erano il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e la deputata abruzzese Pd Maura Pezzopane.

Entrambi avevano detto che le trivellazioni autorizzato da Palazzo Chigi fossero in contraddizione rispetto agli impegni per il clima presi dal Governo Italiano al Cop 21 di Parigi.

La preoccupazione di regioni e ambientaliste

A preoccupare le regioni e le associazioni ambientaliste sono le tecniche impiegate per le ricerche di idrocarburi in mare, molto invasive. Le esplorazioni e i sondaggi vengono effettuati con piccole esplosioni che fanno impazzire la fauna marina. In una regione coma la Puglia, dove ci sono 135mila addetti impiegati nel settore della pesca, la preoccupazione degli ambientalisti diventa anche un motivo di allarme per la tenuta dell'economia locale.

La difesa del governo

Sul fronte opposto, lo scorso 15 gennaio durante una question time sull’argomento, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, aveva ribadito la linea del governo: “con la legge di stabilità abbiamo comunque precluso l’avvio di nuove attività entro il limite delle 12 miglia”.

La Guidi ha detto che c'è una completa conformità della politica energetica italiana con gli obiettivi europei, messi a punto nel pacchetto 20-20-20 e nella Energy Road Map 2050. Nella medesima occasione, la Guidi aveva anche spiegato come le trivellazioni e la nuova strategia del Governo in materia energetica porterebbero alla creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro. Ciò nonostante il governo non ha potuto fare a meno di accogliere la richiesta di una consultazione popolare.