Crolla l’affluenza a Roma, nuovi sospetti di brogli a Napoli. È questo il dato finale delle primarie del Partito Democratico nelle due città più importanti impegnate nella corsa alle amministrative. Se si guarda al semplice dato statistico, a vincere su tutta linea può considerarsi la segreteria nazionale. A spuntarla, nella quasi totalità dei casi con distacchi netti, sono stati infatti i candidati di impronta Renziana: Giachetti nella Capitale, Valente a Napoli, Cosolini a Trieste, Mascagni a Grosseto, Del Vecchio a Benevento.

L’unica sorpresa, se può definirsi tale, è quella di Caramaschi a Bolzano sostenuto però da una coalizione di centrosinistra composta da SeL, Idv e liste civiche. La campagna elettorale entra ora nel vivo, con i candidati che dovranno virare la loro propaganda per catturare consensi sul territorio. Il clima non è dei migliori soprattutto al Sud: quello che è accaduto a Napoli getta fango sull’apparato Pd regionale replicando il peggio delle primarie del 2011.

Un per euro per Valente

Chi sperava alla vigilia delle primarie in un’aria nuova per Napoli, è rimasto deluso. A innescare la bomba è stato un video pubblicato dal sito FanPage che documenta in alcuni seggi il pilotaggio del voto, con tanto di euro donato agli elettori in favore di Valeria Valente.

“Sono casi isolati” è la replica dei dirigenti campani PD, ma le ombre sulla vittoria ai danni di Bassolino faticano a scomparire anche in considerazione dello scarto esiguo tra i due contendenti (meno di 500 voti). Il rischio ora è che si inneschi una guerra di ricorsi che potrebbe congelare il risultato finale. A dare il via alle ostilità è stato proprio l'ex governatore, che è passato al contrattacco in nome "della libertà e della dignità delle persone" che lo hanno sostenuto in questa prima fase di campagna elettorale. “Invito i cittadini a rivolgersi all’Autorità giudiziaria - ha attaccato invece il cinquestelle Roberto Fico - perché se i brogli ci sono stati il risultato è compromesso”.

“Non ci buttate addosso la croce della solita Napoli torbida perché sarebbe un po’ infame” è la risposta della Valente che ha chiesto chiarezza.

La frattura dopo Roma

Più che le polemiche sui brogli napoletani, a tenere banco in casa PD è la guerra tra segreteria e minoranza. La vittoria di Giachetti nelle primarie capitoline ha sollevato un nuovo polverone perché ha certificato il crollo dell’affluenza alle urne (più del 50% rispetto al 2011). Il presidente Matteo Orfini ha osservato con ottimismo il dato, ricollegandolo a doppio filo agli eventi negativi che hanno caratterizzato l’epopea Marino e l’inchiesta di Mafia Capitale. L’opposizione interna ha puntato invece il dito contro Renzi nella sua doppia veste di premier e leader del PD.

“Non sta funzionando - ha attaccato Roberto Speranza - non c’è un segretario a tempo pieno e il PD rischia di diventare un insieme di comitati elettorali e di lasciare le porte spalancate al trasformismo”. Dal canto suo, Giachetti ha preferito smarcarsi dalle polemiche concentrando l’attenzione su Roma e i romani. “Il mio programma lo scrivo per strada e con i romani - ha affermato attaccando tra le righe il M5S e Virginia Raggi - non a Milano, nello studio di Casaleggio”.