Enrico Mentana, direttore del Tg La 7, dopo aver ascoltato il lungo tele comizio di Matteo Renzi decide di intervenire. Il premier nel suo discorso ha commentato il risultato sul referendum delle Trivelle che ha visto un'astensione degli aventi diritto al voto quasi del 69% circa. Una grande delusione per i cittadini che ieri, 17 aprile, hanno votato un 'sì' fiducioso, circa 13.334.764.
Tra i 'sì' in prima fila c'erano anche i docenti che sui social hanno cercato di sensibilizzare i loro colleghi, e non solo, a votare: il voto non è solo un diritto, ma un dovere.
Matteo Renzi dopo il referendum
Il Premier dopo il referendum ha dichiarato che il risultato è stato non solo netto, ma al di sopra di tutte le aspettative degli opinionisti. I veri vincitori per Matteo Renzi sono coloro che lavorano sulle piattaforme. Purtroppo 'bisogna saper perdere' e chi ha perso ha un nome e cognome: sono 'quei pochi governatori regionali che hanno cavalcato questa occasione per una conta interna al Pd'.
Secondo Renzi, si poteva evitare il referendum perché la spesa pubblica è stata di circa 300 milioni. Soldi che potevano essere investiti in altre urgenze italiane, come la sanità. Inoltre, non poteva mancare il suo attacco ai politici che 'vivono solo' su Facebook e su Twitter. Per il Presidente del Consiglio la realtà italiana è molto più ampia ed è inutile 'chiudersi nei talk show dove gli addetti ai lavori hanno preconizzato un crollo'. Infine, rivolgendosi a tutti i cittadini italiani ha dichiarato: 'L'Italia ritorni a fare l'Italia' con la speranza che ogni occasione non diventi pretesto per alimentare le vecchie divisioni ideologiche.
Enrico Mentana reagisce così
Pronta la risposta di Enrico Mentana che ha dichiarato che Matteo Renzi deve smetterla di dare la colpa alla tv.
Quest'ultima ha come scopo quella di fornire tutte le ragioni e i punti di vista, perché solo in questo modo il cittadino può decidere cosa fare. Mentana ritiene che se molti italiani hanno deciso di non andare a votare, ciò è stato determinato 'anche' dall'informazione veicolata dai mass media e non 'nonostante' la televisione. Infine, conclude che il Premier queste cose 'se le deve mettere in testa. Ha 20 anni in meno di chi vi parla'. La reazione del direttore è stata sicuramente forte e determinata probabilmente da un lavoro che è stato recriminato, perché considerato non oggettivo nel veicolare l'informazione.
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