Per capire quali sono le reali condizioni degli educatori e dei pedagogisti nel privato, abbiamo deciso di intervistare una professionista del settore. Si tratta di una pedagogista che lavora nel Veneto, presso una cooperativa sociale con un'esperienza di 11 anni. Si è approcciata a diverse utenze nel corso del tempo: diversamente abili, anziani, adulti psichiatrici, minori, infanti e alcolisti. Ora svolge attività presso una comunità di minori.
Intervista in esclusiva alla pedagogista veneta
Lavori in una cooperativa, qual è il trattamento riservato?
La Cooperativa mi ha assunto come socio-lavoratore con un livello D1, equiparato ad educatrice/ore senza titolo, maestra/o di attività manuali ed espressive, guida con compiti di programmazione, massaggiatrice/ore, animatrice/ore con titolo (ed altro), quando invece dovrei essere assunta con un livello D2.
Ma se guardo al passato sono stata assunta con un livello B1 e C1. Quindi a oggi mi sento fortunata, perché ho accettato livelli cosi bassi? Perché avevo bisogno di lavorare e pur di lavorare nel tuo settore, quello per cui hai studiato una vita, accetti anche i livelli più bassi.
Per irregolarità voglio almeno segnalarti, che noi svolgiamo notti da 13 ore (20-9) e per avere la maggiorazione del 10% ne svolgiamo 5 al mese.
Su un contratto di 38 ore settimanali (con un monte ore medio di 158 ore di lavoro mensile) 65 sono notturne. Quindi queste ore hanno una maggiorazione del 10% ma in busta paga in realtà il 10% viene applicato a tutto il monte ore mensile. Perché? Secondo un consulente del lavoro a cui mi sono rivolta presume che questa maggiorazione complessiva venga applicata per 'nascondere' altre irregolarità.
In secondo luogo le ore di lavoro svolto durante i giorni festivi (maggiorazione del 15%) non vengono corrisposte, ma questa è un’informazione nota a tutti noi soci. Diversi reclami, come il livello, non hanno portato frutti.
Inoltre, se si legge bene il CCNL, non ci viene pagata la 'reperibilità'. Quante volte capita di essere nel tuo turno di riposo e si viene richiamati per coprire il collega assente?
Ora, è vero che si è anche liberi di rifiutare di coprire il turno, ma nel caso in cui si accetti (il più delle volte per non metter in difficoltà gli altri colleghi, lo si fa per 'dare una mano') dov'è la mia maggiorazione per aver rinunciato al mio riposo programmato?
Vuoi parlarci di altre irregolarità riscontrate?
Vorrei citare l'art. 81 del CCNL sull'indennità di cassa o di maneggio denaro. Alla lavoratrice e al lavoratore che effettua normalmente maneggio di denaro con onere per errori deve essere corrisposta una indennità mensile lorda di euro 30,99. Le somme eventualmente richieste a detta lavoratrice e a detto lavoratore a titolo di cauzione devono essere depositate e vincolate a nome delle parti presso un istituto di credito di comune gradimento.
All’interno della struttura si maneggiano soldi per diversi motivi. Quante volte non tornano i conti e tutta l’equipe ha dovuto rimettere di tasca propria (prendendo un tot. a testa dal proprio portafogli) per raggiungere la cifra mancante nella cassa della struttura? E chi ci paga l’indennità di cassa? Nessuno.
Inoltre, i turni non sono strutturati in quinta (pomeriggio-mattina-notte- smonto-riposo) ma sono a 'caso' secondo le esigenze di servizio. Quindi può capitare che il giorno dopo lo smonto notte, sei di nuovo in turno. Trascorrono sì le 12 ore richieste dal CCNL, ma a livello fisico assicuro che è molto stancante.
Cosa consigli ai neolaureati che cercano lavorano in questo settore?
Studiate e leggete più possibile.
Una volta discussa la tesi non si può pensare di aver finito di studiare. Anzi, dopo il conseguimento della laurea è necessario informarsi ancora di più. Per esigenze di lavoro (i ragazzi con cui lavoro richiedono costantemente informazioni di diverso genere: da info mediche a quelle matematiche, fino ad arrivare a quelle più strettamente personali. Se sei pronto a rispondere, conquisti la loro fiducia).
Il CCNL me lo sono studiata da sola. Per capire, per conoscere, per quindi poter scegliere con coscienza: 'Solo la conoscenza ti dà la libertà di scelta'. E infine parlate: senza accusare ma, ancora una volta, per conoscere e capire. Solo se si conosce forse si può avere la forza di dire a no a contratti di assunzione con livelli C1, quando ci spetta il livello D2.
È vero, il datore di lavoro (cooperativa e non ) gioca sul fatto che: 'Se non ci sei tu ci sarà qualcun altro', ma se diffondiamo queste informazioni potremmo dar inizio a una rivoluzione pacifica in cui tutti diremo: 'No' per il livello che non ci spetta.
Per denunciare le ingiustizie subite, vi invitiamo a contattare l'associazione APEI di cui è Presidente Alessandro Prisciandaro. Infatti, l'APEI, in tal senso, sta operando per tutelare i diritti degli educatori e dei pedagogisti. Ricordiamo tra i loro ultimi progetti l'ingresso dell'educatore e del pedagogista nelle scuole.