Si sperava che la tregua post-Terremoto fosse più lunga. Sono bastati i primi provvedimenti del governo Renzi relativi aipiani di ricostruzione delle zone colpite dal sisma a porre fine a quella che, a tutti gli effetti, aveva le sembianze di una 'pax armata'. L'oggetto del contendere - il primo della serie - riguarda la nomina di Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia Romagna, a commissario per la ricostruzione nel Lazio e nelle Marche. Un ruolo che l'esponente del PD aveva rivestito anche nella sua terra in occasione del sisma del 2012.

'Una questione di identità'

La scelta di Errani è in linea con il modello che si intende adottare per la ricostruzione di Amatrice ed Accumoli nel reatino e di Arquata del Tronto nell'ascolano, i paesi maggiormente colpiti dal sisma del 24 agosto scorso. Quando il premier Matteo Renzi ed il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio sono arrivati nelle zone terremotate, hanno subito parlato di "ricostruzione" sottolineando che il modello dell'Aquila, le "new town" volute dal governo Berlusconi nel 2009, non sarebbe stato preso in considerazione preferendo riedificare i borghi distrutti nel loro aspetto originale. Scontato pensare ad Errani che quattro anni fa, in presenza degli oltre 5.000 sfollati delle provincie emiliane, aveva dichiarato la sua contrarietà alla ricostruzione sul "modello Abruzzo".

"Non è questione di modelli ma di identità - furono le parole di Vasco Errani - perché la gente rivuole la sua piazza ed il suo centro storico, le sue chiese e le sue attività. Pertanto, non ci snatureremo". Il tutto perfettamente confacente alle intenzioni dell'attuale esecutivo nazionale.

Lega: contrasto Maroni-Salvini

Gran parte delle opposizioni hanno criticato la scelta ma, nel caso della Lega Nord, ci sono pareri contrastanti.

La decisione del governo ha infatti trovato il plauso del governatore lombardo Roberto Maroni che ha definito il nuovo commissario "un uomo di esperienza e concretezza", mentre il segretario nazionale del Carroccio, Matteo Salvini, ha parlato di "follia", perché Errani era il commissario della ricostruzione in Emilia dove "migliaia di emiliani sono ancora senza casa e migliaia di aziende sono fallite e non sono state risarcite".

In realtà, la ricostruzione in Emilia segue il trend italiano, se consideriamo che dei grandi eventi sismici dal 1968 ad oggi soltanto quello del Friuli del '76 ha visto completate le relative opere dopo trent'anni. Salvini ha comunque rilanciato, proponendo la nomina a commissario del prefetto Francesco Paolo Tronca. L'ex ministro Roberto Calderoli si mantiene invece più cauto, da un lato riconosce "esperienza e capacità" a Vasco Errani ma dall'altro solleva il sospetto di "una mossa politica di Renzi per tenere buona l'opposizione interna in vista del referendum costituzionale". Proprio Vasco Errani, pochi giorni prima del terremoto, aveva sollecitato il presidente del Consiglio ad "ascoltare anche le ragioni del 'NO'".

M5S, 'duri e puri' ma non troppo

Ci va giù pesante Luigi Di Maio. L'esponente del M5S attacca la scelta del premier e lo accusa di "sfruttare la tragedia per ricucire il PD", gestendo il tutto con "logiche da congresso di partito". Senza mezzi termini Laura Castelli, capogruppo pentastellato alla Camera: "Sappiamo bene cosa è accaduto dopo il commissariamento di Errani in Emilia, comprese anche le inchieste sulle intromissioni della 'ndrangheta negli appalti e nelle ricostruzioni". La risposta del PD è stata comunque 'politically correct'. "Questo - ha detto il vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini - dovrebbe essere il momento dell'unità. Dispiace dunque che Di Maio utilizzi una tragedia come quella del terremoto per aprire un'inutile polemica".

Strano, però, che i "duri e puri" della politica italiana non abbiano usato la stessa intransigenza nei confronti del proprio sindaco di Roma, Virginia Raggi, dopo la nomina in qualità di assessore all'ambiente della discussa Paola Muraro, ma questa è un'altra storia.