Ad occhio nudo, l'America non ha molte alternative. Per 'America' intendiamo ciò che gli Stati Uniti hanno rappresentato nel mondo, dal dopoguerra ad oggi, una coerenza di comportamento in politica estera che ne ha caratterizzato le amministrazioni della Casa Bianca, sia repubblicane che democratiche. Donald Trump non è un politico di professione e sarebbe un leader atipico: probabilmente meno sconsiderato di quello che sembra a prima vista ma, certamente, imprevedibile.

L'America non ha molte alternative alla presidenza di hillary clinton e chi prospetta una disfatta dell'intero 'sistema americano' in caso di sconfitta dell'ex first lady non ha tutti i torti. Eppure, nonostante tutto, l'eccentrico miliardario ha la pelle dura: ha resistito a tutte le bufere che hanno rischiato di travolgerlo ed ora gli ultimi sondaggi lo danno in recupero. Hillary Clinton, sebbene nei pubblici comizi si professi 'tranquilla', è visibilmente preoccupata. In questi termini possiamo interpretare il suo attacco frontale nei confronti di James Comey, numero uno dell'FBI.

James Comey, un 'Repubblicano doc'

Negli States, inutile dirlo, l'FBI è un'istituzione importante e le accuse rivolte da una candidata alla Casa Bianca nei riguardi di chi ha il compito di garantire la sicurezza del Paese potrebbero lasciare perplesso un elettorato che, in fin dei conti, non stima più di tanto nessuno dei due candidati principali. Naturalmente Hillary Clinton ha mal digerito l'ulteriore fascicolo aperto dai Federali a suo carico, obiettivo le oltre 60 mila e-mail che la candidata democratica ha inviato e ricevuto durante il periodo in cui rivestiva la carica di segretario di Stato e per le quali ha utilizzato un account privato e non quello governativo. Tra i documenti, ci sarebbe anche materiale 'segreto'.

La nuova indagine è stata definita "inquietante" dalla Clinton che, nemmeno tanto indirettamente, ha sollevato il sospetto che si tratti di "un'abile manovra politica". Del resto James Comey è un repubblicano di vecchia militanza, con un passato al servizio di George W. Bush anche se il suo attuale incarico è stato deciso dall'amministrazione Obama. Tra gli argomenti più 'hot' dell'inchiesta, è proprio il caso di usare questo termine, figurano le presunte lettere erotiche scritte da Anthony Weiner, marito della fidata consigliera di Hillary, Huma Abedin, ad una ragazzina di 15 anni. I Democratici, in proposito, fanno notare che nella scottante questione "non vi è alcun palese coinvolgimento della Clinton" ma nel pc di Weiner posto sotto sequestro ci sarebbero anche e-mail della moglie.

"Visti gli stretti rapporti con Hillary Clinton non è da escludere che il suo nome possa saltar fuori", è stato il commento di Donald Trump che sta cavalcando questo destriero.

Reid: 'L'FBI nasconde la verità sui rapporti Trump-Putin''

Harry Reid, capogruppo democratico al Senato, ha rincarato la dose. Per lui "l'FBI sta perseguitanto Hillary Clinton mentre tiene nascosta la verità sui rapporti tra Donald Trump e Vladimir Putin". Accuse molto gravi che rendono 'velenosi' gli ultimi giorni di campagna elettorale. Intanto Hillary ha incassato con soddisfazione il sostegno del ministro della giustizia, Loretta Lynch, secondo la quale "la decisione dell'FBI di riaprire un caso chiuso lo scorso luglio a pochi giorni di distanza dal voto per le presidenziali, rappresenta una turbativa elettorale in contrasto con i regolamenti".

Quello in atto, dunque, è uno scontro istituzionale in piena regola che avvicina più che mai l'atmosfera delle presidenziali statunitensi a quella delle elezioni di casa nostra. Con i dovuti 'distinguo': se l'Italia berlusconiana definisce "comunista" la magistratura, l'America clintoniana vede una FBI "repubblicana". Alla fine c'è un 'rosso colore' in comune, "il colore dell'amore" cantato dal compianto Pierangelo Bertoli ma, in questo caso, della discordia politica.