Torna in Inghilterra l'allarme neonazismo, quando ormai le cose sembravano essersi placate e normalizzate. Sono stati segnalati da una task force, istituita dal governo proprio per individuare e sedare estremismi di ogni tipo, 300 giovani neonazisti.
La preoccupazione del mondo politico
Secondo un membro del parlamento, che preferisce rimanere anonimo, preoccupa maggiormente la crescita e lo sviluppo di questi nuovi movimenti neonazisti del fondamentalismo islamico.
Un altro dato che desta sgomento è l'età di questi giovani; 16 dei 300 segnalati ha meno di 10 anni. Ciò significa che, molto probabilmente, le ideologie naziste sono state assorbite tra le mura domestiche.
Il ministro degli Interni Ben Wallace dichiara: "La strategia della prevenzione ha mostrato una crescita tra gli accoliti dell'estrema destra. In certe aree del paese questi estremisti sono presenti in numero molto maggiore rispetto a quello che pensavamo."
Aree di disagio
Il fenomeno del neonazismo, per niente nuovo in Inghilterra, si ripresenta sempre nelle stesse regioni: le zone dell'interno (le cosidette Midland) e l'alto nord.
Le stesse zone che hanno voluto fortemente l'uscita dall'Europa, le stesse zone, guarda caso, da dove proviene Tommy Mair, l'ultranazionalista inglese che uccise la deputata Jo Cox, rea, secondo Mair, di credere nella possibilità di dialogo tra diverse culture.
Secondo Rashad Ali, professore ordinario all'Istituto per il dialogo strategico, il fenomeno del neonazismo è cresciuto esponenzialmente in alcune zone del Galles. Queste idee deviate trovano spazio sopratutto quando il mondo politico non riesce a fornire risposte adeguate alle esigenze della popolazione, una classe dirigenziale ormai incapace di affrancarsi da una realtà degenerata, da un mondo di valori sempre più labile e incosistente.
(Non) è un film
E' del 2006 "This is England", film del regista Shane Meadows, dove viene trattato il tema del neonazismo, visto attraverso gli occhi di un ragazzo dodicenne che vede nel movimento skinhead la possibilità di sublimare il proprio disagio esistenziale.