Questo martedì 20 dicembre Blasting News ha intervistato in esclusiva a Roma Mauro Alboresi, segretario nazionale del Partito Comunista Italiano, formazione nata nello scorso giugno riprendendo la denominazione e il simbolo dello storico PCI scioltosi nel 1991. Ecco cosa ci ha detto.
'UE e Euro sono delle gabbie da mettere in discussione'
Alboresi, cosa pensa della crisi economica e sociale che attraversa il paese?
"A fronte del precipitare delle condizioni materiali di gran parte della società, crediamo che occorra cambiare radicalmente pagina rispetto alle politiche di questi anni.
In Italia si è assecondata la cultura liberista dominante rispondendo anche alle richieste che arrivano dall'europa. Il mondo del lavoro è emblematico: la sua condizione è precipitata. Il Jobs Act non è un fulmine a ciel sereno ma invece la chiusura di un cerchio iniziato con il Pacchetto Treu e proseguito con la Legge Biagi: hanno portato a compimento il progetto di subordinare il lavoro e la condizione del singolo rispetto all'impresa e al mercato, in nome di una competitività distorta nel contesto della globalizzazione".
Quale opinione ha il PCI rispetto alle istituzioni europee e alla moneta unica?
"Occorre un'altra agenda per l'Europa, essa ormai è molto finanziaria, poco economica e per nulla sociale.
La risposta a questa Europa la danno gli elettori ogni volta che ne hanno l'opportunità, dicendo No a questa gabbia. Noi siamo contro questa Europa e sulla base dei trattati che la governano la riteniamo irriformabile, ma non siamo per un ritorno agli stati nazionali. Essa è una logica che lasciamo alla destra. Noi siamo per un'altra Europa, che vada dall'Atlantico agli Urali, inclusiva e capace di dialogare con il mondo, che non si chiuda e che non punti alla crescita delle spese militari. L'Europa è pienamente dentro le logiche della Nato a guida statunitense che è alla base di tanti dei problemi internazionali: vedo un rischio crescente di conflitti anche su larga scala. L'Euro è il collante di questa Unione Europea e nella gabbia dell'Euro non c'è una prospettiva per la sinistra, quindi va rimesso in discussione; ovviamente anche qui non da soli ma attraverso una relazione molto stretta con le tante altre forze comuniste e non, presenti in Europa, che stanno dentro all' idea di un'altra Europa possibile oltre che necessaria".
'Un fronte della sinistra in alternativa al PD'
Si avvicinano le elezioni politiche, cosa intende fare il PCI e quale legge elettorale preferite?
"Noi siamo risolutamente per un sistema proporzionale puro senza sbarramenti, perché è il sistema più democratico: una testa un voto è il principio che lo regola. La governabilità sbandierata in questi anni è in realtà un falso problema e non è raggiungibile attraverso artifici e manomissioni alla legge elettorale o alla Costituzione. La governabilità c'è se vi è una condivisione politica, ossia se più forze politiche si ritrovano attorno a un certo programma e a un progetto di società. La Prima Repubblica ha visto tanti Governi cambiare, ma sempre con egemonia della DC.
Serve riconnettere il rapporto fra politica e cittadini, eletti ed elettori, dando anche una risposta al grande risultato del 60% dei No al referendum. Chiediamo che si vada al più presto al voto".
Quindi siete disponibili a un cartello elettorale con altre forze che siano alternative al Pd?
"Noi siamo per lavorare sul terreno dell'unità dei comunisti e sull'unità possibile della sinistra; siamo però convintamente alternativi al PD e non siamo interessati alla riedizione del centrosinistra che ancora oggi qualcuno propone. Abbiamo già dato. Proponiamo un fronte della sinistra in cui non si chieda alle componenti la rinuncia alla propria identità politica e organizzativa: noi non lo chiediamo agli altri.
Ci sono tante cose che ci uniscono, non dobbiamo cercare però scorciatoie guardando alla scadenza elettorale. Non c'è bisogno di confusione, ma di un progetto forte attorno a cui aggregare le forze dell'alternativa."