Si è svolta nella mattinata di questa domenica 18 dicembre alla Casa dell'Architettura a Roma l'assemblea "Il granello di sale e quello di senape", promossa da diversi dirigenti nazionali di sinistra Italiana, all'indomani dello scioglimento di SEL. Un incontro a cui hanno partecipato circa 400 persone nel quale sono stati lanciati molti messaggi in favore della ricostruzione di un campo largo di centrosinistra, o come è stato ribattezzato da alcuni "democratico e progressista".

L'assemblea è iniziata con il saluto a distanza di due storici sindaci di SEL. Marco Doria, primo cittadino di Genova, in un video ha spiegato l'esigenza di "Ricucire fra chi ha votato Si e No al referendum", mentre in una lettera Giuliano Pisapia ha detto che "Serve una sinistra autonoma e curiosa. Assumersi la responsabilità di governo, non per avere il potere ma per cambiare le condizioni di vita delle persone".

A sinistra si parla di come creare un campo progressista

Nell'intervento introduttivo di Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio: "Campo progressista non può essere quello dell'austerità, altrimenti il populismo dilagherà.

Vogliamo cambiare l'agenda politica del paese, non limitarci a cambiare la sinistra. Non vogliamo una sinistra noiosa e parolaia che dà lezioni agli altri, ma poi brinda quando supera il 3%. Non siamo governisti, ma il governo fa parte della prospettiva del cambiamento. Zedda e Pisapia sono interlocutori indispensabili."

Ci sono stati anche diversi interventi "sociali", da una studentessa dell'UDU, a una promotrice della manifestazione delle donne del 26 novembre, ad attivisti sui temi dell'accoglienza ai profughi, fino a membri della CGIL. Fra gli intervenuti pure il senatore Corradino Mineo, la portavoce di Green Italia Annalisa Corrado e il portavoce del comitato dalemiano "Scelgo No" al referendum Stefano Schwarz. Presenti in sala in mattinata anche il Pd Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ma anche Nicola Fratoianni e Luca Casarini.

Il capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera Arturo Scotto ha invitato il Governo a fare una legge per accorpare elezioni politiche e referendum abrogativi sul lavoro promossi dalla CGIL, e qualora ciò non sia possibile di fare prima il referendum. Poi ha riconosciuto "la falsa partenza del nuovo soggetto politico" ma ha ribadito di "voler costruire una sinistra autonoma in grado di lanciare una proposta per un nuovo centrosinistra".

Ciccio Ferrara, deputato e storico dirigente di SEL, è stato esplicito nel dire di voler "Riaprire il discorso nel campo democratico e progressista, riprendere un filo rosso che in questi anni si era interrotto. Si è creato un vuoto nel paese che ha favorito destre e populismi.

Sinistra faccia un bagno di umiltà e non si limiti a criticare chi non la pensa nello stesso modo". Simone Oggionni ha aggiunto: "Bisogna costruire un campo progressista che governi il paese e dia una speranza alternativa alle politiche di destra e a quelle dei populismi. Occorre tenere insieme la capacità di lottare con quella di governare. Non vogliamo fare l'ennesimo cartello elettorale della sinistra radicale: abbiamo già dato".

Molto atteso l'intervento di Roberto Speranza della sinistra PD, che come altri, ha detto di vedere: "tre grandi aree politiche: la destra, i 5 stelle e il centrosinistra che dobbiamo provare a riorganizzare. Il PD da solo non ce la può fare, ma questo campo ce la può fare senza che il PD cambi? Io credo di No. Quindi io mi batterò per cambiare il PD e per ricostruire il centrosinistra".

Le conclusioni sono state affidate a Marco Furfaro: "Ma quale quarto polo?

Nel No al referendum è tornata a partecipare tanta gente che da anni fa battaglie politiche e sociali per migliorare la vita delle persone. Quello è il campo progressista da ricostruire, se qualcuno pensa che il campo è occupato da Matteo Renzi e che non si possa giocare, sappia che noi non ci stiamo. Rompiamo i confini e i recinti per fare una proposta alternativa".