Matteo Renzi è, in questo momento, combattuto tra legge elettorale ed elezioni anticipate. Il Referendum Costituzionale che ha portato il politico fiorentino a dimettersi dalla carica di Premier, lo ha messo in una posizione difficile. Difatti le ragioni che hanno spinto l'elettorato ad esprimersi contro il suo referendum, pur essendo state molteplici, si sono basate sulla volontà di portare Renzi alle dimissioni.

L'assemblea del Partito Democratico che si terrà oggi, 18 dicembre, probabilmente terrà conto anche di questa realtà, con una fetta del partito che potrebbe esprimersi contro un eventuale Renzi-Bis, visto che il popolo sembra averlo in qualche modo delegittimato.

In ogni caso l'ex Presidente del Consiglio sembra deciso a far sentire la sua voce durante l'assemblea, presentandosi carico di buoni propositi e con le idee chiare su elezioni anticipate e legge elettorale.

Renzi chiede elezioni anticipate e primarie

L'ex Premier Matteo Renzi ritiene che, una volta raggiunta l'intesa sulla legge elettorale, si debba andare al voto, e ha individuato come data papabile quella di marzo 2017. Sempre secondo i suoi piani, saranno necessarie le primarie per eleggere il leader del Partito Democratico. Non è ancora chiaro se si candiderà o se preferirà lasciare ad altri la leadership del PD. Secondo Matteo Renzi, non andare al voto nella data che lui ha indicato, include il rischio di arrivare al referendum sul Jobs Act, il cui esito è molto temuto dalla maggioranza di governo.

L'ex Premier Matteo Renzi e la legge elettorale

Per Matteo Renzi la legge elettorale è l'obiettivo principale da raggiungere prima di prendere qualsiasi altra decisione, quasi come fosse una scelta propedeutica al ritorno alle urne. Nei prossimi giorni cercherà di raggiungere un accordo con Silvio Berlusconi, che potrebbe orientarsi verso un "Mattarellum" corretto, ovvero 50% maggioritario e 50% proporzionale.

Vedremo se nell'assemblea del Pd che si terrà oggi, 18 dicembre, ci sarà spazio anche per parlare di questo, e quali saranno le posizioni dei maggiori esponenti del partito rispetto ai progetti dell'ex Capo del Governo.