L’elezione di Donald Trump ha scosso non solo l’America, ma tutta la comunità LGBTQ.

Lo dimostra la rimozione della pagina sui diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender dal sito della Casa Bianca: dopo anni di lotta per i diritti civili, l’insediamento del nuovo presidente americano ha già messo in chiaro che non ci saranno avanzamenti positivi.

Secondo il report di The Crunch, l’amministrazione Obama aveva introdotto la pagina LGBT per evidenziare principali risultati legislativi, storiche vittorie giudiziali e importanti cambiamenti nel mondo della politica ottenuti da persone omosessuali e transessuali.

Il link negli anni ha caratterizzato anche alcune campagne per i diritti gay, fra cui la propaganda «It Gets Better», nata per aiutare chi nella comunità LGBT si trova alle prese con pensieri suicida.

Ad oggi, l'advertising in questione reindirizza ad una pagina archiviata «sul rafforzamento dei diritti civili».

Inutile dire che la comunità LGBT ha più volte espresso preoccupazione per una presidenza Trump, soprattutto considerando la presenza del Vice Presidente Pence, personaggio che nel precedente ruolo di governatore dell’Indiana, ha varato diverse leggi opposte alla tutela della collettività gay.

Divide et Impera

L’eco delle decisioni presidenziali ha avuto diversi risultati, fra cui la marcia anti-Trump: evento che ha portato centinaia dai migliaia di persone a picchettare le strade delle più grandi capitali del mondo, unite dal motto espresso da America Ferrera: «Siamo tutti sotto attacco e solo noi possiamo proteggerci a vicenda. Restiamo uniti, marciamo insieme, per i prossimi quattro anni».

Ma non è tutto, secondo Mashable, giovedì 19 gennaio è stato diffuso da un gruppo di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer delle scuole superiori, un messaggio video per Trump che contiene un’audace richiesta: «Cerca di diventare il “presidente di tutti” invece di ricorrere alla politica che divide e insulta».

Il progetto firmato dal Gay, Lesbian and Straight Education Network (GLSEN), ha come protagonisti gli stessi ragazzi del consiglio studentesco: iniziativa che vede abbinata la campagna 11 Days of Kindness.

Eliza Byard, direttore esecutivo di GLSEN, ha spiegato al sito, che video e campagna sono nati in risposta alle segnalazioni di molestie e intimidazioni raccolte dalla scuola dopo la vittoria di Trump.