Proprio oggi sono arrivati in corea del sud sei F-22 Raptor americani. Molto probabilmente si tratta di una risposta di Trump a Kim Jong-Un riguardo il recentissimo test balistico di soli 5 giorni fa. Trump ha infatti dichiarato all'ONU che il mondo è molto vicino alla guerra, per cui si tratta di un tentativo da parte del Presidente americano di voler mostrare la propria forza militare?

Non a caso sarà previsto anche l'arrivo di altri aerei militari, tra cui F-35A, F-35B, F-16C e superbombardieri B-1B.

In realtà, ufficialmente, l'invio di tutte queste forze militari sarebbe dovuto al Vigilant Ace. Quest'ultimo è semplicemente un accordo tra Stati Uniti d'America e Corea del Sud che prevede l'unione delle due forze armate per effettuare una semplice esercitazione militare. Quest'anno, però, la manifestazione pacifista vuole essere, da parte dell'America, un'intimidazione nei confronti di Kim Jong-Un per cercare di fargli capire che fondamentalmente la guerra non sarebbe un'ottima scelta.

I rapporti tra USA e Corea del Nord

I rapporti tra questi due Paesi si sono incrinati, purtroppo, in seguito ai sempre più frequenti test balistici che si svolgono a Pyongyang. Molti potrebbero chiedersi cosa c'entra l'America con i fatti che accadono dall'altra parte del mondo. Bensì, gli USA c'entra eccome in quanto sono stati tirati in ballo dal leader nordcoreano stesso che definisce il proprio Paese come una vera e propria potenza nucleare, in quanto i propri missili sono in grado di raggiungere Washington e qualsiasi città americana partendo solo dalla capitale nordcoreana.

Reazioni nel mondo

Trump, in seguito all'ultimo test balistico, aveva già dichiarato di voler moltiplicare i provvedimenti da prendere contro la Corea del Nord, con l'intento principale di isolare quest'ultima economicamente in modo da spaventare una volta per tutte Kim Jong-Un ed evitare la guerra.

In seguito, il presidente americano ha poi dichiarato all'ONU che il mondo è sempre più vicino alla guerra per cui potremmo considerare quest'ultima trovata di Trump come una trovata intimidatoria. Proprio per questo motivo, si scatena l'ira della Russia che definisce gli atteggiamenti del rivale americano come "provocatori". Lo stesso vale per la Cina, il miglior alleato di Kim Jong-Un che vorrebbe fermare tutto ciò prima che sia troppo tardi, esprimendo molta preoccupazione. Fortunatamente pare che il mondo abbia imparato attraverso la propria storia che rispondere alle armi con le armi non serve a nulla. Dunque, speriamo lo capisca anche Trump.

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