‘Il fascismo è morto e sepolto ... senza un Mussolini o un Hitler non succede niente’. Sono queste le parole usate da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ospite nel salotto di Fazio domenica 18 febbraio. L’ex premier getta una nuvola di fumo attorno alla retorica che vedrebbe il fascismo infiltrarsi ancora nel tessuto societario moderno a tal punto da costituire un pericolo e, per contro, sposta l’ago della bilancia sui centri sociali indicati quali movimenti pericolosi.
Berlusconi infatti asserisce che, mentre il gesto sconsiderato di Luca Traini è un atto isolato, i cortei antifascisti mostrano platealmente il loro modus agendi come accaduto a Piacenza, ove un poliziotto è rimasto contuso negli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Casapound raccoglie l'eredità del fascismo
Mentre il Cavaliere annunciava la morte del fascismo, in un hotel di Napoli Simone Di Stefano, leader di Casapound, salutava i convenuti ribadendo la posizione progressista del movimento che si porrebbe come normale prosecuzione del regime, innescando l’euforia generale sfociata anche in più di qualche saluto romano.
All’esterno dell’hotel la città partenopea ha vissuto istanti di guerriglia, con cariche della polizia nei confronti dei manifestanti antifascisti scesi in piazza per protestare contro la libertà d’associazione lasciata ai gruppi d’estrema destra, scena peraltro identica ai fatti di Bologna accaduti pochi giorni prima con i centri sociali in subbuglio a causa del comizio del leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, tenutosi nella giornata di Venerdì 16. Gli scontri in entrambe le occasioni hanno provocato diversi feriti e il fermo di molti contestatori.
Nel frattempo la presidente della Camera Laura Boldrini, durante un incontro a Milano dinanzi al murale dei partigiani, ha richiesto lo scioglimento di tutti i movimenti ispirati al ventennio, ribadendo i principi costituzionali di carattere prettamente antifascista.
La candidata di Liberi e Uguali ha simbolicamente espresso il suo malcontento dinanzi al murale ridipinto dopo essere stato imbrattato con svastiche e croci celtiche, affermando il suo ruolo di pioniere nella battaglia contro i rigurgiti neofascisti, posizione che più volte è stata osteggiata dagli estremisti di destra.
Il fascismo: pericolo reale o fisima conservatrice?
Parlare di fascismo al giorno d’oggi è un percorso a ostacoli, un boomerang che finisce per colpire chi innesca la miccia alludendo ad un vero e proprio tabù, un terreno fangoso permeato dalla presenza di apologeti e disertori oltre che partigiani e antifascisti che rimane in un bolla di sapone sorvolando i cieli di epoche diverse colme delle proprie contraddizioni.
Mentre le forze politiche manifestano pareri discordi, la deriva neofascista xenofoba e razzista continua a evidenziare la propria presenza con manifestazioni, cortei e comizi politici nelle piazze del Paese, raccogliendo favori e proteste che spesso terminano con scontri tra antagonisti e forze dell’ordine intente a caricare coloro che tentano di difendere i principi costituzionali.
Una profonda spaccatura attraversa oggi la penisola, un Paese ermabifronte separato per tradizione in destra e sinistra e cosparso odiernamente da una serie di collanti che strizzano l’occhio ad una delle due terre per poi legare il mignolo alla fazione opposta. Così Matteo Renzi, leader del PD, da un lato definisce il fascismo ‘il male assoluto’, dall’altro nega la presenza di un fascismo in Italia, mentre Simone di Stefano proclama a gran voce Casapound erede di quell’oscuro regime che galleggia sospeso in un sintomatico mistero, una parola-tabù che porta nella gobba i lasciti della dittatura del ventennio rispondendo presente all’appello e nascondendosi in un angolo buio per non farsi interrogare.
Combattuto tra l’essere una fisima conservatrice usata dalla sinistra come elemento di legittimazione della propria identità vintage e l’essere un’ombra che attende al varco non troppo celatamente, il neofascismo italiano non è arroccato in bastioni d’altra epoca, ma presente nelle piazze sotto autorizzazioni governative seguendo il modello statunitense e francese, tra polemiche e proteste. Non è dato sapere il prospetto futuro: le urne stabiliranno ‘Che tempo che fa'.