Chi pensava che a quasi 5 mesi dalle elezioni in Germania (24 settembre scorso) l'empasse di governo fosse alle spalle con la creazione di una nuova intesa, dovrà ricredersi. Mercoledì 7 febbraio Schulz (Spd) ha dato l'ok per una Grossa Coalizione con Merkel (Cdu e Csu), ma l'accordo non è durato neanche una settimana e domenica 11 la leader Cdu ha difeso le ragioni degli impegni presi.

Groko, il 4° governo Merkel

L'alleanza stipulata con l'Spd di Schulz mercoledì scorso è stata il frutto di molte trattative e molti sacrifici. E' stata una battaglia estenuante, sia in termini di tempo che in termini di risultati ed equilibri politici tra dare/avere. E' quanto dichiarato dalla Cancelliera, che, dopo 5 mesi di confronti a fuoco con Schulz e i vari intermediari, si è detta felice nel momento in cui gli accordi sembravano presi. Il 7 febbraio Martin Schulz aveva infatti dichiarato chiusa la fase del confronto e aveva accettato di diventare membro del nuovo governo di 'Grosse Koalition'.

Un governo in cui lui avrebbe rivestito il ruolo di ministro degli Esteri e che avrebbe assicurato alla Spd ben 6 ministeri (Lavoro e Società, Finanze, Esteri, Giustizia e Ambiente).

Merkel si difende e passa al contrattacco

Durante un'intervista Tv di ieri con Broadcaster ZDF, Angela Merkel ha difeso gli accordi presi il 7 febbraio scorso. Ha detto di appartenere alla categoria di chi rispetta le promesse date: il che suona apertamente come una neanche troppo celata polemica all'alleato/avversario Martin Schulz. Le sue parole sono state di aperta sfida, quando ha dichiarato che intende arrivare a fine legislatura (2021) e che, in caso di nuove elezioni, non esclude di non mantenere gli accordi appena presi.

Accordi che, ha detto, sono costati molto per il suo partito, che ha dovuto cedere al Spd ben 6 ministeri, tra cui quello strategico delle Finanze. Un ministero occupato fino alla precedente legislatura da un falco del rigore molto vicino alla leader Cdu, ossia Wolfgang Schaeuble. Se però questa cessione al Spd è stata fatta, per quanto dolorosa, resta il fatto che è stata una decisione necessaria. L'alternativa, ha detto Angela Merkel, sarebbe stata quella di dire alla gente che si era trovata intesa sui problemi, ma non sui ministri. Cosa che la Cancelliera non ha ritenuto auspicabile. I nomi dei ministri del nuovo governo, ha concluso, verranno resi noti in occasione del prossimo congresso del partito, il 26 febbraio.

Groco osteggiata dagli Jusos, più che da Schulz

Se la 'Grosse Koalition' rischia di non venire confermata nelle due giornate di consultazione previste per il 20 febbraio e la prima settimana di marzo, questo si deve non tanto a Schulz, quanto alla gioventù Politica del Spd, i cosiddetti 'Jusos'. Sono giovani guidati da Kevin Kuehnert, il quale da sempre si oppone a un accordo di Schulz con la leader Cdu. Con il mantra che fu dell'ex presidente del Parlamento europeo durante la campagna elettorale di settembre, ossia, 'Mai più Grosse Koalition con Merkel'. Il giovane leader degli Jusos è promotore in questi giorni della campagna del 'NO alla Groko'. Con l'obiettivo di convincere i 460mila iscritti al partito Spd di non dare l'ok all'accordo raggiunto il 7 febbraio.

Kuehnert solo al comando Spd

Ciò che traspare dai fatti in Germania è che Kuehnert voglia prendere il posto di Schulz alla guida del partito. Peccato che Schulz non abbia accettato un accordo tanto vantaggioso per il suo partito, uscito mai tanto male dalle elezioni del 24 settembre (20% dei voti). Un accordo che avrebbe significato non solo un governo stabile in Germania contro le minacce anarchiche e nazionaliste dilaganti in Europa, ma anche, e di conseguenza, un equilibrio di forze tra i Paesi dell'Unione.