Durante la manifestazione antifascista di Macerata, il ministro degli Interni Marco minniti è stato deciso e le sue parole non lasciano spazio a dubbi: "Il Fascismo in italia è morto per sempre e non ha lasciato un ricordo buono al nostro popolo. Il Fascismo e il Nazismo sono morti per sempre e per quanto mi riguarda, parlo da ministro, c'è un limite oltre il quale non si può andare in una democrazia e non consentiremo a nessuno di superare questo limite".

Parole decise, parole lapidarie che devono, o meglio dovrebbero rassicurare tutti e far pensare che un Traini che prende la pistola e spara dalla macchina, stile il cowboy che entra nel paese sparando sul suo cavallo, è solo un episodio sporadico, riguardante una persona che ha superato il famoso limite.

Minniti lo definisce un episodio ingiustificato e ingiustificabile perché espressione di odio personale e razziale ben evidente.

Ma, analizzando la situazione, non si può far a meno di pensare che ci sia qualcosa di stonato, un disaccordo tra la realtà e le parole accorate del ministro: il Sindaco chiede di non manifestare, l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) pur in disaccordo col Sindaco, non partecipa alla manifestazione, ma lancia un'accusa terribile allo Stato definendolo "latitante" e lamenta la cosa che sembra più terribile, ovvero la comparazione, o meglio l'equiparazione tra le manifestazioni, da qualunque parte esse provengano, eguagliando quelle fasciste e quelle non fasciste.

In proposito, pesano anche le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando che sceglie la formula della lettera aperta al Corriere della Sera: egli chiede di "mettere da parte le diverse valutazioni sui fenomeni che i violenti portano a giustificazione delle loro azioni" come primo passo per l'unità, quell'unità e coesione contro la violenza che ha permesso di superare gli Anni di Piombo e la paura del terrorismo.

Il dubbio

A seminare il dubbio sulla validità di quanto afferma Minniti ci sono due posizioni, che parlano chiaro. Da una parte, Enrico Rossi, il Governatore della Toscana di LeU (Liberi e Uguali di Pietro Grasso) afferma: "Le frasi di Minniti lasciano perplessi. Fascismo e Nazismo sono morti, ma possono rinascere, il nostro compito è evitare che accada".

Da un altro lato, Giorgia Meloni sembra dare ragione alle parole del Ministro, ma nello stesso tempo, aggiunge: "Il Fascismo è morto, sono d'accordo con Minniti. Quello che non capisco è perché, se è morto, ne stiamo parlando ogni giorno".

Il parere di Roberto Saviano arriva dalla Gran Bretagna

È di domenica 11 febbraio un articolo dell'autorevole quotidiano The Guardian che dà voce a Roberto Saviano. Egli interviene sulla polemica del ritorno o meno del Fascismo ed il titolo dell'articolo è inequivocabile, lanciando la frase non come domanda, ma come affermazione: "Fascism is back in Italy and it's paralazyng the political system", ovvero "Il Fascismo è di ritorno in Italia e sta paralizzando il sistema politico".

Il sottotitolo accusa chiaramente i partiti sia di destra che di sinistra in quanto colpevoli di voler mettere a tacere i fatti di Macerata, allo scopo di non alienarsi un elettorato sempre più xenofobo. Saviano ritiene che l'episodio sia chiaro: spari agli immigrati, saluto fascista, Traini avvolto nella bandiera tricolore, sono aspetti che non dovrebbero lasciare dubbi sulla matrice del fatto. Si pone quindi una domanda: perché allora tanta difficoltà a chiamare le cose col proprio nome? Cioè, con le parole di Saviano "a fascist-inspired terrorist attack", cioè "un attacco terroristico di ispirazione fascista".

Saviano ricorda anche un tweet di Matteo Salvini che due giorni prima dell'attacco scriveva "Cosa stava ancora facendo questo verme in italia...

La Sinistra ha il sangue sulle sue mani". Le frasi pronunciate qua e là dai leader dei vari partiti, come per esempio "L'atto di un pazzo", "Non parliamo di Fascismo", sono molto interessanti perché rivelano la paura a prendere una posizione decisa, ma soprattutto a prendere le parti delle vittime nel periodo delicato delle vicine elezioni.

Saviano dice chiaramente che il clima politico in Italia è particolarmente preoccupante, ricordando che i fantasmi sociali appaiono sempre nei periodi di crisi e che l'odio per l'altro, per lo straniero (sempre più montante) è il risultato di un cocktail letale che mischia cattive politiche, informazione irresponsabile e crisi economica ancora non superata, in una miscela davvero esplosiva, quella che in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi momento storico può (non deve, forzatamente) dar luogo ad un fascismo, cioè a posizioni meno democratiche.