Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, intervenendo a TeleLombardia, ha dichiarato di aver predisposto la preparazione di un dossier sulla questione rom residenti in Italia, per provare a gestire al meglio la vicenda. Proseguendo nelle sue affermazioni, ha aggiunto che prevede di far partire una sorta di ricognizione per comprendere al meglio quanti siano i cittadini rom sul territorio italiano, definendo quest'operazione una sorta di "censimento".
Il leader della Lega ha anche parlato di "anagrafe" che non preveda alcuna schedatura.
Secondo il vicepremier, dunque, è necessario intervenire con decisione per uscire una volta per tutte da una situazione che ha definito di "caos", e per farlo è pronto a riprendere la linea tracciata da Maroni, evitando però di ricadere nei suoi stessi errori. Di questa vicenda, infatti, si erano già occupati in passato gli ex ministri Giuliano Amato e Roberto Maroni, con quest'ultimo che aveva paventato l'ipotesi di prendere le impronte digitali ai bimbi rom, proposta che venne prontamente bocciata dall'Unione Europea.
Le parole di Matteo Salvini
Come riportato da "Repubblica", Salvini ha evidenziato come gli stranieri irregolari presenti sul territorio italiano vadano espulsi in seguito ad accordi raggiunti con gli altri Stati. Invece, per quanto riguarda i rom italiani, il ministro dell'Interno ha affermato senza mezzi termini: "purtroppo te li devi tenere a casa". Nello spiegare le sue intenzioni, il titolare del Viminale ha precisato di non avere alcuna intenzione di schedare i rom, ma di effettuare una sorte di "ricognizione" dei campi in cui vivono, per tutelare soprattutto i bambini che spesso non frequentano nemmeno la scuola, costretti a darsi alla delinquenza. Inoltre questi controlli permetterebbero di far luce sulle modalità con cui vengono spesi e investiti i fondi provenienti dall'UE.
Le dichiarazioni di Matteo Salvini sul probabile "censimento" dei rom, e su quel "te li devi tenere a casa" hanno scatenato diverse polemiche e prese di posizione piuttosto nette nei confronti del ministro dell'Interno. Innanzitutto la comunità ebraica, l'Anpi e i rom italiani hanno riportato come le parole del segretario leghista risveglino oscuri ricordi legati a "leggi e misure razziste di appena 80 anni fa".
La risposta della politica
Le reazioni del mondo politico alle affermazioni di Salvini non si sono fatte attendere. Il Partito Democratico, nella persona del senatore Franco Mirabelli, ha accusato il leader leghista di evocare la "pulizia etnica". Il centrodestra, invece, fondamentalmente appoggia il pensiero del Ministro dell'interno, anche se con dei distinguo.
Ad esempio, Giorgia Meloni (leader di Fratelli d'Italia) ha approvato l'ipotesi di un censimento, dicendo però che servirebbero anche delle "piazzole per la sosta". Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia a Bruxelles, ha chiarito come "censire non vuol dire marchiare".
Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali ha voluto ricordare a Salvini che i rom sono cittadini comunitari, dunque se si decidesse di schedarli sarebbe come farlo a tutti i francesi che vivono nel nostro Paese. Emanuele Fiano, deputato dem, ha rievocato lo spettro del "censimento per razza" che va assolutamente bloccato.
Carlo Stasolla, presidente dell'associazione 21 luglio impegnata nella tutela dei diritti della comunità rom e sinti, ha bacchettato il leader della Lega, dicendo che probabilmente non sa che in Italia i censimenti su base etnica sono vietati dalla legge.
Infine Chiara Gribaudo, deputata del PD, in un tweet ha ironicamente scritto che, evidentemente, Salvini ha deciso di rievocare a modo suo "gli 80 anni delle leggi razziali".