Romano Prodi è uno degli uomini politici che ha segnato gli ultimi trent'anni della politica italiana. Europeista convinto, grande sostenitore della moneta unica ed anima di una sinistra confluita nel Pd ormai diversi anni fa. Oggi il grande partito riformista sembra in caduta libera e all'orizzonte vede delle primarie che non si sa dove potranno condurre, considerata la necessità di risalire nei consensi ai minimi storici.

La voce dell'ex presidente del Consiglio, a dieci anni dalla caduta del suo governo, risulta piuttosto importante ed è quantomai critica con quella che è l'attuale classe dirigente del Partito Democratico.

Prodi fa una digressione sulla politica europea

Diversi ed autorevoli opinionisti della scena politica ritengono che in Europa soffi un vento di populismo destinato ad avvolgere il "vecchio continente". Le difficoltà del Pd, per certi versi, sembrano esserne una conferma, ma Romano Prodi ha una visione differente. A dargli ottimismo rispetto al fatto che la corrente è destinata a cambiare c'è il fatto che, ad esempio, nell'Europa dell'Est stia crescendo nuovamente il fronte dei democratici.

Questo sarebbe il risultato del fatto che, in quelle zone, abbiano già governato un po' i populisti. Prodi ha, inoltre, evidenziato che ormai il suo mestiere è fare il predicatore ed ha escluso categoricamente quello che sarebbe un suo ritorno sulla scena politica.

Prodi analizza il momento critico del Pd in vista delle primarie

Ospite della trasmissione "In mezz'ora in più", dall'alto della sua esperienza, ha fornito il proprio punto di vista sul Pd. Si delinea un duello tra Zingaretti e Minniti, ma non sembra essere questo il dato saliente nei pensieri del Professore. La competizione , infatti, nei suoi pensieri risulta essere in secondo piano, perché l'emergenza vera sarebbe un'altra. "Adesso sono cattivo" anticipa.

"Si sanno - afferma - i nomi dei candidati, ma non i loro programmi". Prodi evidenzia che occorrerebbe che i candidati enunciassero chiaramente le loro intenzioni, che tipo di partito hanno in testa. Prodi ritiene questo un "problema gravissimo" e si augura che presto si possa in qualche modo delineare differenze che non siano di personalità di chi andrà al duello elettorale ma dei contenuti che ciascuno intende proporre. Ogni militante o simpatizzante del Pd sarà chiamato a effettuare una scelta tra i candidati, ma a quanto pare non è neanche convinto di andarci: "Francamente non ho ancora deciso" ha ammesso.