Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, è partito per Gerusalemme, in Israele, per una visita ufficiale nel corso della quale incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu, oltre al suo omologo all’Interno e al ministro della Giustizia. Il viaggio, naturalmente, è stato preceduto da furiose polemiche scatenate dalla decisione di un centinaio di esponenti della comunità ebraica italiana di scrivere una lettera aperta al leader della Lega per invitarlo a condannare per l’ennesima volta gli atti di antisemitismo e di razzismo compiuti in Europa da movimenti di destra.
Visto che tra i firmatari dell’appello c’è anche il giornalista di sinistra Gad Lerner, da sempre avversario del ‘capitano’ leghista’, durante la conferenza stampa di fronte alla stampa estera, Salvini lo ha preso subito come simbolo della presunta protesta ebraica contro di lui. “Che io non sia simpatico a gad lerner chi se ne frega”, ha tagliato corto.
La lettera aperta della comunità ebraica contro Matteo Salvini
La protesta e lo scontento degli esponenti della comunità ebraica italiana nei confronti del viaggio di Matteo Salvini in Israele si sono materializzati in una lettera aperta, firmata da un centinaio di intellettuali e personaggi in vista, pubblicata dal quotidiano Repubblica.
Tra i firmatari dell’appello, che chiede al ministro dell’Interno di cospargersi il capo contro antisemitismo e razzismo prima di mettere piede sul sacro suolo israeliano, ci sono il già citato Gad Lerner, oltre che Michele Sarfatti, Giorgio Gomel, Anna Foa, Luca Zevi, solo per citare i più famosi. Insomma, secondo questi intellettuali, Salvini dovrebbe pronunciare una “condanna ferma di atti di antisemitismo, di rimozione della memoria, di banalizzazione degli orrori degli anni '30 e '40 del '900”.
La risposta del leader della Lega a Lerner e ai ‘suoi compagni di sinistra’
La risposta di Matteo Salvini a quella che viene considerata una inutile provocazione arriva durante la conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio di fronte alla stampa estera.
“Rispondo con estrema attenzione e cortesia - afferma il leader leghista prima di affondare il colpo - non è che ogni volta che io vado in Israele devo dire che gli antisemiti sono degli imbecilli e dei delinquenti, mi sembra ovvio. Che io non sia simpatico a Gad Lerner chi se ne frega, voglio dire, me ne faccio una ragione. Ma tanto io qualunque cosa faccia, se vado nelle Filippine Gad Lerner mi attacca, se vado in canada Gad Lerner mi attacca e mi chiede di dire che non ce l’ho con i canadesi o con i filippini”.
‘Antisemitismo fa rima con estremismo islamico’
Salvini ammette, invece, di volersi recare in Israele “perché la ritengo una delle più grandi, moderne ed evolute democrazie che ci sia sul pianeta, senza dovermi giustificare di alcunché perché se mai, purtroppo, in molti Paesi europei, il ricrescente antisemitismo, che farò di tutto come ministro dell’Interno per stroncare in ogni sua forma in Italia, fa rima con un estremismo islamico a cui qualcuno non presta la necessaria attenzione.
Perché - attacca - se in alcune città europee non si può andare in giro ostentando i propri simboli religiosi, perché ci sono degli estremisti islamici che mettono a rischio la tua vita, ebbene Gad Lerner e i suoi compagni di sinistra (perché questo sono, non è il popolo israeliano, o intellettuali israeliani. Sono dei politici e degli intellettuali di sinistra che hanno tutto il diritto di farlo) dovrebbero porsi loro stessi delle domande sulla condiscendenza nei confronti di un estremismo islamico che è il primo nemico della convivenza civile e della pace sociale, in Israele e in Italia”.