Perché il servizio de Le Iene sui presunti lavoratori in nero impiegati da Tiziano Renzi non è andato in onda domenica scorsa come previsto? La denuncia arriva dalla deputata del Movimento 5 Stelle Veronica Giannone che, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, si lamenta del fatto che l’inchiesta di Filippo Roma sulle presunte irregolarità compiute dalle aziende del padre di Matteo Renzi non sia stata trasmessa nella puntata andata in onda domenica scorsa su Italia 1. La Giannone rivela anche che, dopo una rapida indagine, il M5S è riuscito a scoprire che Renzi senior ha inviato una diffida al programma Mediaset.

E così la censura, o auto censura se vogliamo, si sarebbe compiuta.

‘Caro Matteo Renzi, un gravissimo atto di censura’

La battagliera portavoce pentastellata in commissione Lavoro di Montecitorio, Veronica Giannone, apre il suo post-denuncia, pubblicato nella serata di lunedì, rivolgendosi ironicamente al suo avversario politico e non al padre, come ci si potrebbe aspettare. “Caro Matteo Renzi, dov’è il servizio sui lavoratori in nero?”, chiede la parlamentare salentina al Rottamatore facendo riferimento alla mancata messa in onda di un servizio de Le Iene sul presunto impiego di lavoratori in nero nelle aziende del babbo Tiziano. Un”gravissimo atto di censura” lo definisce senza mezzi termini la Giannone che sarcasticamente aggiunge di stare ancora aspettando la messa in onda dell’inchiesta firmata da Filippo Roma, la stessa Iena che ha ‘incastrato’ per settimane il leader M5S Luigi Di Maio con la storia dei lavoratori in nero e delle presunte ville con piscina.

‘Abbiamo scoperto che Renzi senior ha inviato una diffida’

Ma c’è dell’altro, perché Veronica Giannone rivela anche che i segugi sguinzagliati dal M5S hanno scoperto in quattro e quattr’otto che le impavide Iene si sarebbero risolute al fatidico passo indietro, ovvero l’auto censura e la mancata messa in onda del servizio su Tiziano Renzi, dopo aver ricevuto una diffida inviata proprio dal padre dell’ex segretario Pd attraverso i suoi legali.

La Giannone si chiede come sia possibile che, non un berlusconiano editto bulgaro, ma una semplice “scartoffia toscana”, basti a “bloccare la verità”. Sarebbe già la seconda volta poi che la “famiglia Renzi” tenta di censurare un’inchiesta scomoda che la riguarda (la prima fu quella sugli scontrini ai tempi di Matteo sindaco di Firenze).

Per questo motivo, e per “rispetto della libertà di stampa”, la parlamentare pentastellata si aspetta che Le Iene pongano rimedio all’errore commesso, decidendo di far vedere quel servizio agli italiani nell’ultima puntata della stagione prevista per domani.