Dopo gli ultimi episodi di cronaca, e soprattutto in merito all'agguato di Cagnano Varano che ha portato alla morte di un carabiniere, il vicepremier Di Maio rompe il silenzio sul tema sicurezza: "Ora basta, non è la prima aggressione che fanno contro un servitore dello Stato".

Il ministro del Lavoro, ricalcando le posizioni del ministro degli Interni Matteo Salvini, ritiene necessario che il governo intervenga, dando una risposta chiara ed incisiva a questi continui ed ingiustificati attacchi contro poliziotti e carabinieri.

Lo Stato non si tocca

Di Maio, dopo aver appreso della notizia dell'omicidio del carabiniere in provincia di Foggia, avrebbe contattato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il premier Giuseppe Conte, anticipando le sue intenzioni di proporre nuove norme a tutela di coloro che operano nel comparto difesa.

Commissione Difesa alla Camera

Sta prendendo piede, dunque, l'idea di inserire nel decreto sulla legittima difesa delle aggravanti per chi compie atti di violenza contro le forze di polizia, misura che già potrebbe trovare spazio nel provvedimento che il ministro della Giustizia Bonafede sta delineando, nelle ultime ore, anche verso chi compie atti di violenza contro medici e funzionari del comparto sanità.

In tarda serata c'è stato anche l'intervento di alcuni deputati pentastellati della Commissione Difesa alla Camera, i quali hanno affermato che l'intervento dello Stato dovrà essere "incisivo ed immediato" verso quei settori su cui si abbattono numerose attività criminali.

Il ministro Salvini non ci sta

Sembra che al ministro degli Interni Salvini non sia piaciuta l'interferenza del collega Di Maio sul tema sicurezza. Non a caso, durante la convention della Lega nel Lazio, il vicepremier del Carroccio ha annunciato che da giugno entrerà in vigore l'utilizzo del taser (pistola elettrica) per tutte le forze dell'ordine. Una dichiarazione che è risuonata quasi come una stoccata a Di Maio, per ricordargli che il responsabile del Viminale non è lui e che eventuali misure sulla sicurezza rivolte ai militari spettano esclusivamente al dicastero gestito proprio da Salvini.

La questione era già stata sollevata dopo il rapimento di 51 studenti del bus a San Donato Milanese, quando il ministro del Lavoro era intervenuto affermando: "Il problema sulla sicurezza interna del paese va affrontato con ancora più forza". Già in quell'occasione, pare che il leader della Lega abbia reagito con disappunto alle ingerenze dell'esponente del Movimento 5 Stelle.

Dal canto suo, il ministro degli Interni anche e soprattutto dopo gli ultimi episodi di cronaca ha fatto sapere di non essere disposto a cedere di un millimetro, aggiungendo di non escludere a priori un aumento delle pene agli "spacciatori di droga e morte" che stanno rovinando intere generazioni.