Per la festa di San Petronio, patrono della città di Bologna, l’Arcivescovo Matteo Maria Zuppi ha deciso di offrire una doppia versione del tortellino, simbolo della città di Bologna. Al fianco della ricetta classica, che prevede ripieno di lombo di maiale, mortadella e prosciutto, sarà realizzato anche il “tortellino dell’accoglienza”, nuova ricetta voluta dallo stesso Arcivescovo, che sostituisce il maiale con il pollo, così da non escludere le persone di religione musulmana che volessero festeggiare insieme ai cattolici.
Purtroppo, l'iniziativa non è stata accolta bene da tutti. Bologna è una città particolare, anche il tono delle polemiche acquisisce un sapore (è il caso di dirlo) tutto suo.
Chi l’ha presa male
Una piccola variatio, un'innocua eccezione giustificata dalle finalità inclusive di uomo di Chiesa di cui si conosce bene la volontà di unire mondi diversi (e anche la capacità di farlo: ad esempio è stato il primo alto prelato a venire invitato in centro sociale, il Tpo). Il tortellino con il pollo però ha indignato due categorie di persone: da un lato i “religiosi del tortellino” come il regista bolognese Pupi Avati - che ha commentato negativamente l’iniziativa appellandosi al rispetto della ricetta classica, e dall'altro i politici sovranisti.
L’ex-Ministro dell’Interno Salvini in mancanza di argomenti migliori si attacca a tutto, anche alla ortodossia gastronomica, e non esita a usare il palco di un comizio tenuto vicino Terni, per gridare al tentativo di cancellazione della “nostra storia e della nostra cultura” (non è dato sapere quanto lo j'accuse sul tortellino sia stata una scelta argomentativa efficacie per scuotere il pubblico umbro). Anche Lucia Borgonzoni, che con Zuppi ha già avuto qualche querelle, critica la scelta del tortellino accogliente in quanto pericoloso assalto alla tradizione bolognese ed emiliana. La papabile candidata della Lega in Regione arriva a consigliare il tortellone al posto del tortellino (il tortellone è ripieno di ricotta, non crea problemi ai musulmani).
A volte anche la gastronomia fa politica, soprattutto ora che in Parlamento si ricomincia a parlare di ius culturae.
Bologna e la tradizione
Al sovranismo italico, che ama il mojito (nato a Cuba) e difende il tortellino bolognese, il ripieno di pollo proprio non va giù, gli rimane sullo stomaco, o forse semplicemente intende rovinare la festa a Zuppi, che il 05 ottobre (il giorno successivo al tortellino day) sarà nominato cardinale da Papa Francesco. Intanto il dibattito impazza, interviene anche Prodi secondo il quale “l’importante è che il tortellino di pollo non sia obbligatorio” perché “le nostre tradizioni sono di libertà”. a lui si aggiunge Virginio Merola, sindaco della città, che accusa Salvini di recitare la parte del cristiano e poi voler "far annegare la gente in mare".
E pensare che doveva essere il “tortellino dell’accoglienza”. Nella città delle cento torri (guelfe e ghibelline) e delle mille fazioni, nulla è più tradizionale di una bella zuffa prima della festa del Santo Patrono.