Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in cui si è soffermato sulla situazione migranti. Dopo aver ribadito di come la questione degli sbarchi sia un tema di sicurezza nazionale, Di Maio illustra la necessità di trovare un accordo con Tunisi che permetta di sequestrare e mettere fuori uso le imbarcazioni utilizzate per le traversate.

Un metodo già utilizzato nel 2000, per il medesimo problema, che in quel caso aiutò a risolvere la situazione inerente ai flussi migratori provenienti dall’Albania.

Di Maio: 'Gli sbarchi sono un tema di sicurezza nazionale'

“Voglio mettere le cose in chiaro” esordisce il ministro, che in passato ha appoggiato la linea dura che prevedeva il blocco delle navi “non si tratta di adottare o meno una linea dura, così come non bisogna approcciarsi al tema in maniera ideologica, ma bensì in modo concreto. La questione degli sbarchi, così come l’emergenza sanitaria a causa della pandemia, è un tema di sicurezza nazionale.

A causa del coronavirus ci sono stati più di 35 mila morti in Italia e chiunque sia sottoposto a quarantena non può pensare di violare le regole e andare in giro liberamente. Le regole valgono sia per chi gode della protezione internazionale, sia per tutti gli altri”.

Bisogna trovare un modo per bloccare le partenze

Si chiede allora a Di Maio cosa sia cambiato, al che il ministro risponde: “Stiamo vivendo un momento delicato. La Tunisia si trova al momento in una fase di instabilità Politica. Questo non fa altro che alimentare gli arrivi qui in Italia. Quello che dobbiamo fare non è pensare al modo in cui fermare gli sbarchi, ma trovare un modo in cui bloccare le partenze. Inoltre, la Tunisia è un paese sicuro, chiunque parta alla volta dell’Italia viene rimpatriato.

Nessuno verrà regolarizzato. Nelle ultime ore abbiamo sentito l’ambasciatore tunisino al quale abbiamo chiesto di accelerare i rimpatri. Ci ha assicurato che a partire da inizio agosto ripartiranno. Abbiamo inoltre richiesto chi vi sia una maggiore vigilanza a Sfax e a tal proposito il governo di Tunisi ha mandato due pattugliatori”.

Accordo con Tunisi per sequestrare e mettere fuori uso i barconi

Il ministro ha poi spiegato in che modo ha intenzione di intervenire il governo: “La prima cosa è trovare un accordo con le autorità tunisine al fine di sequestrare in loco e mettere fuori uso le imbarcazioni usate durante le traversate quali barchini e gommoni. I mezzi di cui si servono i migranti sono delle imbarcazioni fantasma che spesso eludono i radar.

Lo stesso comportamento fu attuato insieme al governo di Tirana per la vicenda albanese del lontano 2000 e ciò contribuì ad arrestare i flussi. Con Tunisi bisogna intraprendere la stessa strada, lavorando su più fronti”.

Bisogna lavorare su più fronti

Gli viene chiesto, dunque, su quali fronti intende lavorare: “Un esempio è la valorizzazione della cooperazione allo sviluppo” risponde Di Maio “tramite il rafforzamento delle istituzioni locali si può offrire una possibilità di crescita e sviluppo a tutti coloro i quali sono in difficoltà, offrendo loro un futuro nel loro paese d’origine. Un’altra strada è quella di rendere più facili alle nostre imprese gli investimenti nella regione mediterranea. Tuttavia, prima di affrontare questi argomenti siamo fiduciosi di ricevere piena collaborazione circa il rafforzamento della cooperazione in tema migrazione”.