Marco Travaglio dà le sue personalissime pagelle ai politici protagonisti delle crisi di governo. Al momento, Mario Draghi ha accettato, se pur con riserva, l’incarico di formare il nuovo governo, affidatogli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La strada per l’ex governatore della Bce sembra però tutta in salita, con i veti incrociati all’interno dei partiti che potrebbero frenare la sua corsa verso Palazzo Chigi.

Il direttore del Fatto Quotidiano se la prende praticamente con tutti, anche se salva in parte il M5S. A finire sulla graticola mediatica di Travaglio è anche il capo dello Stato, “arbitro imparziale” durante il suo settennato, ma con “due eccezioni”, compresa la nomina di Draghi.

Il giudizio di Travaglio su Draghi: ‘Come politico è tutto da scoprire’

Nel suo editoriale di giovedì 4 febbraio, Marco Travaglio passa in rassegna tutti i protagonisti della crisi Politica in corso. Si comincia con Mario Draghi che ha un “profilo altissimo come banchiere”, ma nel ruolo di politico “è tutto da scoprire e da inventare”.

Il giornalista crede nella buona fede di Draghi che, a suo parere, sarebbe stato all’oscuro del piano di Renzi, Berlusconi, della Lega e delle “quinte colonne renziane nel Pd” di defenestrare Giuseppe Conte da Palazzo Chigi per sostituirlo con lui quando Mattarella avesse deciso di chiamarlo in causa. “Francamente, non vorremmo essere nei suoi panni. Ma, se lo fossimo, correremmo al Quirinale a rimettere il mandato”, chiosa Travaglio.

Gli altri partiti: ‘Centrodestra mai esistito, M5S all’opposizione, Pd passato da Conte a Draghi'

Per quanto riguarda l’operato delle forze politiche presenti in parlamento, Marco Travaglio non fa certo sconti. Il centrodestra, a suo giudizio, semplicemente “non è mai esistito” ed è diviso su Draghi.

Il M5S, invece, dopo la perdita del ‘suo’ premier, “non può che stare all’opposizione” del nuovo governo che dovesse nascere. Per i pentastellati, infatti, sarebbe “incompatibile” sedere nella stessa maggioranza con Matteo Renzi. Il Partito democratico, infine, questo il giudizio tranchant del giornalista, “con la fermezza di un budino, è passato da ‘o Conte o elezioni’ a ‘o Draghi o Draghi’”.

Marco Travaglio duro contro Mattarella

Il j’accuse di Marco Travaglio alla classe politica si completa con le sferzate indirizzate a Sergio Mattarella. Il capo dello Stato avrebbe gestito questa crisi “da arbitro imparziale”, ammette il direttore del Fatto. Comportamento “opposto” rispetto a quello tenuto in un recente passato dal suo predecessore Giorgio Napolitano.

Peccato però che ci siano “due eccezioni”, precisa Travaglio, che rappresentano un “segno di una fragilità che nelle emergenze lo porta a perdere la bussola e a compiere decisioni avventate al limite della temerarietà. Cioè a napolitanizzarsi”. Il suo riferimento è alla decisione, presa nel 2018, di non accettare Paolo Savona come ministro dell’Economia del governo gialloverde, assegnando il provvisorio incarico di formare il governo a Carlo Cottarelli. Il secondo errore, invece, sarebbe stata la scelta di convocare Draghi al Quirinale “senza che nessun partito glielo avesse chiesto”.