Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri pomeriggio il nuovo decreto-legge che sarà in vigore dal 7 al 30 aprile. Restano le zone rosse e arancioni. Due le novità più importanti: l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario inclusi i farmacisti e l’attività delle scuole in presenza con l’impossibilità per i presidenti di Regione di emanare ordinanze più restrittive.

Qualora l’andamento epidemiologico e la campagna di vaccinazione lo consentissero, sarebbero possibili allentamenti alle restrizioni prima del termine stabilito. Tensioni tra Lega e Speranza.

Le proroga delle misure già in atto: no zone gialle

Il testo prevede la proroga fino al 30 aprile di alcune delle misure già in atto, e cioè l’assenza di zone gialle, l’estensione delle misure previste per la zona rossa in caso di particolare incidenza dei contagi con provvedimenti dei Presidenti di Regione con ordinanza del Ministro della Salute, e, infine, la possibilità di uno spostamento giornaliero verso abitazioni private nel proprio comune all’interno delle zone arancioni.

Il nuovo decreto però apre uno spiraglio, prevedendo la possibilità di tornare sulle restrizioni anche prima del 30 aprile.

Le principali novità del decreto-legge, obbligo di vaccinazione e attività scolastica in presenza

Il testo del nuovo provvedimento dispone dal 7 al 30 aprile sull’intero territorio nazionale l’attività nelle scuole in presenza fino al primo anno della scuola secondaria di primo grado, anche in zona rossa. Per gli anni successivi è confermato lo svolgimento delle attività in classe dal 50 al 75% in zona arancione, mentre in zona rossa si avrà didattica a distanza, seppur garantendo la possibilità di svolgere attività in aula agli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Sul fronte delle vaccinazioni, il decreto introduce lo scudo penale per i medici addetti alle somministrazioni e l’obbligo vaccinale da parte del personale medico e sanitario (inclusi farmacisti) con una procedura dettagliata relativa alle sanzioni che andrà dall’assegnazione a mansioni diverse fino alla sospensione dello stipendio.

Deroghe in materia di giustizia e svolgimento dei concorsi pubblici

Vengono inoltre disposte deroghe in materia di giustizia civile, penale, amministrativa, contabile e tributaria nonché proroghe per i termini delle assunzioni a tempo indeterminato di LSU e LPU e per la rendicontazione della spesa sanitaria regionale. Il Dl estende poi agli enti del terzo settore la disciplina prevista per lo svolgimento con modalità semplificate delle assemblee ordinarie nelle società sino al 31 luglio 2021.

Per i concorsi pubblici, infine, si avrà lo svolgimento di una sola prova scritta e una orale con modalità decentrate. Disposte anche ulteriori procedure semplificate (prova orale facoltativa) per i concorsi relativi al periodo dell’emergenza sanitaria e la possibilità delle commissioni di dividersi in sottocommissioni. Dal 3 maggio le selezioni riprenderanno in presenza secondo le linee guida dettate dal Comitato Tecnico Scientifico. Riparte anche il concorso per i magistrati.

Scontro tra Speranza e Lega, Boccia ‘attacchi indegni’

Per il Ministro della Salute Roberto Speranza, che esprime soddisfazione per le scelte fatte, “il decreto mette al primo posto la tutela della salute”. Dura la replica della Lega che avrebbe preferito maggiori aperture ma che sostiene di aver comunque ottenuto “un commissariamento di Speranza e del Cts”.

Lo stesso Salvini ha affermato “non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza”.

A sostegno del Ministro è arrivata la reazione del deputato e membro della Segreteria Nazionale del Pd Francesco Boccia che ha definito gli attacchi della Lega al ministro Speranza e al Cts inqualificabili e indegni.