Si è conclusa sabato 11 febbraio, la 73ª edizione del Festival di Sanremo con la vittoria di Marco Mengoni. Secondo posto per Lazza, seguito da Mr Rain, Ultimo e Tananai. Chiara Ferragni è tornata alla conduzione al fianco di Amadeus e Gianni Morandi.

Ospiti sul palco dell'Ariston i Depeche Mode con il primo singolo del loro nuovo album, Gino Paoli, Ornella Vanoni e il gruppo ucraino Antyila che si è esibito dopo la lettura della lettera del presidente Zelensky.

In collegamento da piazza Colombo Achille Lauro, e dalla Costa Smeralda Salmo. Di seguito le nostre pagelle.

Elodie, Colla Zio, Mara Sattei, Tananai, Colapesce Dimartino, Giorgia, Modà , Ultimo, Lazza e Marco Mengoni

Elodie - Due 7: Elodie è una conferma già espressa nella prima serata del Festival; una grande performer dalla presenza scenica magnetica e stilosa, con un pezzo che sta girando forte in radio alla conquista della vetta delle classifiche di vendita. In quella di Sanremo è rimasta a metà.

Colla Zio - Non mi va 6,5: divertenti e spigliati, con un motivetto funky che avrà una sorte malvagia, ossia quella di scomparire come una scia di un aereo al termine dell'effetto Domenica In post Sanremo 2023. Il merito è quello comunque di aver dimostrato che, persino tra le nuove generazioni, oltre l'autotune c'è di più.

Mara Sattei - Duemilaminuti 6: una collaborazione, quella dietro al pezzo, che avrebbe potuto rivelarsi una miscela esplosiva ma è stata solo fumo. Forse servivano davvero "duemila minuti, anzi duemila ore" per apprezzarla a fondo. Resterà solo l'ennesima canzone commerciale.

Tananai - Tango 8: meritato quinto posto per Tananai che ha riscattato la sua immagine e ha dimostrato di essere un artista serio, competente e originale.

Scrivere una canzone d'amore porta con sé spesso il rischio della banalità, sorte non avvenuta a Tango. Una storia molto bella.

Colapesce Dimartino - Splash 9: i vincitori morali del Festival di Sanremo 2023 sono loro, Colapesce e Dimartino. Non a caso portano a casa il Premio della critica e il Premio della sala stampa. Una canzone profonda e allo stesso tempo geniale, da urlare a squarciagola nei lunedì uggiosi di novembre e nelle giornate afose di giugno.

Insomma, quando il peso delle aspettative sembra farci affogare.

Giorgia - Parole dette male 6,5: "Maledizione" a queste "parole dette male". Per le sue qualità artistiche, Giorgia non meritava quello che è stato. Ma bisogna anche assumersi le responsabilità di scelte sbagliate, come questa. Un brano che non si lascia intendere, dal sapore indefinito e colmo di rimorsi. Chissà, se col tempo e gli ascolti ripetuti, riusciremo a dire che alla fine era una bella canzone.

Modà - Lasciami 5,5: inesorabilmente uguali a se stessi. Sembra quasi un eufemismo, un fenomeno d'avanguardia: i Modà che sul palco portano la cover band dei Modà. Se ne fregano di sperimentare o seguire il suono degli anni. E poi, nonostante siano fuori dalla scena da un po', conquistano ancora una bella fetta di televoto.

Ultimo - Alba 7: l'Alba di Ultimo ci sarà, ma non è stato questo il caso. Ci prova alternandosi tra esibizioni integralmente al piano e altre divise e mosse, tra canottiere e giacche bianche. Purtroppo il suo sole è stato timido e la serata si è rivelata piuttosto ingarbugliata di nubi.

Lazza - Cenere 8: thelazzinho, come ama farsi chiamare dai suoi follower e utenti del web, è un combattente. Forse una delle vere rivelazioni del Festival, l'artista tormentato che si divide tra conservatorio e sonorità ultra-contemporanee. Cenere è un bel pezzo da lupi solitari sotto cassa, ma non abbastanza da podi solitari. Guadagna un secondo posto quasi rivoluzionario.

Marco Mengoni - Due vite 10: cos'altro aggiungere alle emozioni che questa star immensa ha regalato a tutti e tutti i giorni della settimana?

Solo la vittoria. Una vittoria che mette pace perché giusta e inevitabile. Un esempio di umiltà e passione che può solo fare bene e del bene. Cento vite a Marco Mengoni.

Rosa Chemical, I Cugini di Campagna, Madame, Ariete, Mr Rain, Paola&Chiara, Levante, LDA, Coma_Cose

Rosa Chemical - Made in Italy 8: il bacio con Fedez in platea potrebbe aver irritato Chiara Ferragni ma ci ha staccato da sedie e poltrone. Dalla faccia di Fedez, circondato dai suoceri, è evidente l'anima rock e trasgressiva del gesto. Ma il rock sa anche essere dolce e gentile, proprio come Rosa Chemical. Impazienti di ballare questo Made in Italy.

I Cugini di Campagna - Lettera 22 5,5: la scaletta di uno spettacolo, a volte, può essere davvero malvagia.

I Cugini di Campagna provano a competere con l'artista precedente, con zeppe vertiginose e abiti che sfavillano ma l'effetto trash prevale su quello vintage. La realtà con loro, però, è stata tutto sommato più clemente delle aspettative.

Madame - Il bene nel male 9: Madame, in questo Festival, dopo mesi di errori e gaffe non ha sbagliato nulla. La sua canzone è un piccolo capolavoro d'arte moderna e lei ci ha messo dentro grande personalità. Il giusto compromesso tra innovazione e tradizione cantautorale.

Ariete - Mare di guai 7: Ariete si è davvero ritrovata in una "vasca di squali", ma ha affrontato la competizione con estrema leggerezza e spensieratezza. Tipiche caratteristiche dei suoi 20 anni.

I suoi fan continueranno ad ascoltarla. Altri la apprezzeranno per la prima volta.

Mr. Rain - Supereroi 6: onestamente, senza bambini sul palco nella manche all'ultimo sangue per conquistarsi la vittoria, la magia si è persa. Svanita come nelle favole quando arriva il cattivo. La tenerezza è un sentimento nobile ma questa canzone è davvero troppo già sentita.

Paola&Chiara - Furore 7: Paola&Chiara possono dormire sonni tranquilli perché il loro balletto vivrà di nuova luce in piste da ballo di ogni genere ed età. Le "sorelle come prima" hanno apportato la quota dance anni 2000 che non passa mai e coinvolge ancora, se fatta con una certa convinzione e consapevolezza.

Levante - Vivo 8: Levante non è stata valorizzata come avrebbe dovuto.

È rimasta nell'ombra dei suoi capelli decolorati, pubblico e sala stampa non sono andati oltre. Non si è riuscito a cogliere l'importante contributo davvero femminile della sua creatura musicale. Peccato.

LDA - Se poi domani 5,5: Il riferimento, a questo punto è chiaro, è "Perfect" di Ed Sheeran. Ma LDA, per quanto canti bene, non è Ed Sheeran. Un romanticismo un po' troppo smielato. Glielo si può concedere, essendo Sanremo e lui così giovane. Avrà il suo spazio anche fuori, nonostante tutto.

Coma_Cose - L'addio 8,5: chissà se questo è stato un addio al Festival per i Coma_Cose o torneranno ancora, magari da marito e moglie (lei ha già il vestito pronto, quello della finale). Il loro modo di fare coppia nella vita e sul palco è quello di essere sinceri fino allo stremo.

Sentimenti ed emozioni sono reali. L'unica cosa finta e costruita è il solito balletto.

Olly, Articolo 31, Will, Leo Gassmann, Gianmaria, Anna Oxa, Shari, Gianluca Grignani, Sethu

Olly - Polvere 6: non resterà solo "Polvere" per Olly, uno dei ragazzi di Sanremo Giovani con l'identità più precisa. La sua è una possibile hit estiva e il suo uno stile assai riconoscibile, a tratti anche affascinante. Buona fortuna.

Articolo 31 - Un bel viaggio 8: ci auguriamo tutti che questo bel viaggio non sia terminato, ma sia iniziato da un nuovo punto di partenza. Dalla città di Sanremo. È stato emozionante ritrovarli, in due come in passato e come fossero un solo articolo. Il 31.

Will - Stupido 5: stesso destino accomuna Will e LDA.

Con la differenza che, a malincuore, quella di Will non andrà oltre questa settimana. Una voce apprezzabile, ancora troppo insicura per gettarsi nel mercato della musica senza protezioni.

Leo Gassmann - Terzo cuore 7,5: Leo non è riuscito a conquistare tutti i cuori necessari a guadagnarsi un bel posto in classifica. Ma ci ha aperto e mostrato il suo. Per questo motivo, otterrà molto più successo fuori e la prossima volta tornerà con un bagaglio ampliato di supporter. L'Ariston può essere un traguardo, per Leo sarà un nuovo trampolino.

Gianmaria - Mostro 5,5: questo atteggiamento "sbracato" e annoiato che di botto esplode è sicuramente singolare. Gianmaria ha una personalità netta e distinguibile ma questo pezzo è forse troppo parlato e mai del tutto pronto a liberarsi.

Non è valsa la notorietà di X Factor, anzi è stata un fardello.

Anna Oxa - Sali (Canto dell'anima) 4,5: Anna Oxa ha deciso veramente di interpretare la parte della strega cartomante. L'intenzione non incanta nessuno, però. Impaurisce. Una voce inimitabile che resterà per sempre nella memoria collettiva, ma l'ultima immagine è quella di una dimensione troppo irreale.

Shari - Egoista 4,5: fissa al penultimo posto per sere e sere. Una bella voce, che a questo punto della serata, alle 2 quasi del mattino, è solo un di più da far passare velocemente. Non ha un'evoluzione né in positivo, né in negativo. Se ne va, esattamente come è arrivata.

Gianluca Grignani - Quando ti manca il fiato 8: allora il problema nella serata cover non è stato Grignani, è stata Arisa.

Questo è un dato di fatto. Ci ha messo tutta l'anima e l'esperienza che aveva con la voglia di riscatto e di perdono. E l'ultima esibizione di questa edizione del festival gliene rende giustizia. Non gli è mancato il fiato.

Sethu - Cause perse 5: ultimo ad esibirsi, ultimo in classifica. Ultimo ad andarsene. Primo ad essere dimenticato. Questa partecipazione di Sethu è stata davvero una "causa persa" ma non così terribile come descritta e narrata. Il palco dell'Ariston nella storia ne ha viste di peggio. Molto peggio.